
Punto di riferimento in Italia per tutto quello che attiene all’innovativo settore del risanamento e del rinnovamento di tubazioni senza bisogno di scavi, Rotech – 16,8 milioni di euro di fatturato nel 2022 e 50 dipendenti – a partire dal 2009 ha progressivamente accresciuto il proprio raggio d’azione economico e geografico fino a diventare leader in un campo in cui sostenibilità, attenzione all’ambiente sono considerati concetti imprescindibili.
Sbarcata in Alto Adige, in provincia di Bolzano, come emanazione italiana della casa madre tedesca Diringer & Scheidel Rohrsanierung, Rotech si è da subito dedicata a fare esperienza confrontandosi con le più svariate problematiche di casa nostra, cercando inoltre di dare ulteriore profondità al know how necessario per non farsi trovare impreparata di fronte a qualsiasi richiesta.
“La nostra crescita ci ha portato ad aprire due altre sedi a Milano e Cagliari, scelta motivata anche dal fatto che Rotech è ormai attiva in tutta la penisola dopo un inizio nel quale ci eravamo limitati ad accettare commesse dal solo Nord – spiega Alice Padovani (nella foto in alto), assistente di team per la filiale di Milano, oltre ad interessarsi di marketing e comunicazione aziendale –. Veniamo incaricati di occuparci del risanamento condotte e altro sia con affidamenti diretti di privati, che attraverso gare d’appalto, in cui siamo chiamati a svolgere il nostro lavoro rispettando accordi quadro in cui spesso sono richiesti più interventi”.
Rotech si muove avendo l’indubbio vantaggio di poter contare su un ufficio tecnico interno che è di sostegno alle attività delle squadre dei tecnici. Dopo aver aperto cantieri a Cagliari, Padova, Ferrara, Alto Adige, adesso la Pmi altoatesina è impegnata a seguire un progetto anche a Taranto. “Si tratta di attuare le tecniche innovative che sono il pane quotidiano della nostra realtà – spiega Padovani –. Invece di sostituire il tratto di condotta danneggiata con tubature nuove, operazione che di solito richiede tempi lunghi e conseguenti disagi per i cittadini, i tecnici specializzati di Rotech, nella maggior parte dei casi, hanno bisogno di uno scavo minimo per risolvere il problema”.

L’ELIMINAZIONE DELLE CREPE TRAMITE L’APPLICAZIONE DI SPECIFICHE MALTE
Ma come fa l’impresa di base a Campo di Trens a mettere in sicurezza e far riprendere piena efficienza al tratto di tubatura danneggiata? “Si posiziona una sorta di calza interna impregnata di resina che aderisce alle pareti della vecchia condotta risanandola senza doverla estrarre dal terreno. All’inizio la guaina è morbida, flessibile, mentre in seguito le luci di lampade ad ultravioletti contribuiscono ad essiccarla fino a raggiungere la solidità necessaria. Tecnologia che, tra l’altro, taglia i costi e può limitare l’intervento anche ad una sola settimana, nel corso della quale eliminiamo le crepe con specifiche malte applicate direttamente dal personale, sempre se la grandezza della tubatura lo permette, oppure da robot. E così si riesce a recuperare l’acqua che in precedenza andava persa”, sottolinea Padovani.
Interessante è pure il limitato impatto ambientale di questi tipi di interventi, un aspetto che Rotech tiene in grande considerazione quando si trova ad intervenire sul campo. “È uno dei punti fondanti della nostra vision aziendale. Se i cantieri sono tenuti aperti per un periodo breve, va da sé che possano essere fonte di minore inquinamento. Oltre a generare perciò poca anidride carbonica producono anche una quantità limitata di macerie successivamente da smaltire. E quando si usano tecnologie No-Dig, quelle con cui si può evitare di scavare, siamo pure in grado di fare video ispezioni all’interno delle condotte prima di intervenire per servizi di spurgo”.

INTERNO DI UNA TUBAZIONE
In Rotech si punta molto pure sull’aspetto formativo, assolutamente decisivo per mantenere preparati i dipendenti sulle continue novità che rendono questo settore estremamente dinamico. “Per i nostri collaboratori diventa fondamentale tenersi informati sulle tecniche innovative che vengono proposte sul mercato. Oltre al risanamento con la catena di luci, infatti, una nostra squadra quest’anno si è specializzata, con l’aiuto di tecnici tedeschi, in un genere di intervento con l’acqua. In questo caso la resina si indurisce con l’uso di un getto freddo, mentre esiste anche una terza procedura in cui si arriva all’effetto desiderato attraverso il vapore caldo. Il modus operandi nelle varie situazioni dipende poi dalla quantità di curve presenti nella tubatura, perché non sempre si possono scegliere le tecniche No-Dig”.
Un know how non ancora così diffuso in Italia e che Rotech si sta impegnando a diffondere per velocizzare un cambio di passo indispensabile per raggiungere determinati standard europei. “È un tipo di cultura industriale, una filosofia d’intervento che speriamo possa essere recepita maggiormente sul territorio italiano. Ci crediamo così tanto da voler condividere le esperienze fatte con altri player del settore e, alle volte, siamo noi stessi ad organizzare corsi di formazione aperti a tutti nel corso dei quali raccontiamo il valore delle soluzioni tecnologiche che usiamo abitualmente”, conclude Alice Padovani.