
A Caltagirone, nel catanese, in completa autosufficienza ha stabilito da oltre 35 anni il proprio quartier generale Plastica Alfa – 18,1 milioni di euro di fatturato nel 2020 a fronte di 120 dipendenti –, azienda che si occupa della trasformazione delle materie plastiche per i settori dell’irrigazione e landscaping, dell’idraulica, del trattamento acque e della termoidraulica. Un raggio d’influenza tecnologico e commerciale che negli ultimi tempi si sta ampliando ulteriormente, arricchendosi di nuove aree d’interesse imprenditoriale.

IL REPARTO OFFICINA STAMPI
“Tutto è partito anni fa dalla necessità di riuscire a disporre di pezzi non facilmente reperibili sul mercato. Un problema che mio padre ha progressivamente risolto producendone in proprio, fino a mettere assieme una linea completa per l’irrigazione – spiega Miriam Pace, direttore generale di Plastica Alfa (in foto) –. In seguito, pur mantenendo la distribuzione dell’acqua come core business aziendale, abbiamo iniziato ad interessarci di idraulica e termoidraulica, di condizionamento, filtrazione acque e, come ultimo settore in ordine di tempo, di antincendio. Ed ora nel nostro catalogo sono presenti oltre 6mila articoli”.
Crescita costante che è passata da sempre per l’acquisto di macchinari al passo con i tempi, dal reinvestire la maggior parte degli utili prodotti dalla Pmi siciliana in strumenti per mantenere Plastica Alfa nel novero delle eccellenze italiane. “Devo dire che il continuo sforzo economico per restare il più possibile ‘contemporanei’ è dipeso in parte anche da altri fattori. Come quello di non avere attorno a noi qualche impresa con cui scambiare idee e prodotti. Ma lavorare in Sicilia ha anche molti aspetti positivi. Tra cui il poter ragionare su grandi spazi e avere minori costi soprattutto nella mano d’opera, spesso, tra l’altro, estremamente qualificata”, sottolinea il dg dell’azienda.

LO STABILIMENTO PRINCIPALE DI PLASTICA ALFA
Una sorta di produttivo microcosmo dell’innovazione, due stabilimenti – più un terzo di fase di costruzione e in cui ci si concentrerà su nuovi progetti – nei quali però si è necessariamente costretti a fare tutto da soli anche a causa della mancanza nel territorio limitrofo di imprese con cui stringere accordi sinergici. “All’interno della nostra struttura abbiamo, tra le altre cose, un’officina dedicata agli stampi, dove vengono tradotte in pratica le idee e si producono gli articoli poi destinati a svariati mercati internazionali”.
Questo perché Plastica Alfa ha visto i propri prodotti venire molto apprezzati oltreconfine, tanto da raggiungere con l’export più di 80 paesi nel mondo. “In particolare, stiamo riscontrando ottime risposte da Europa e Nord Africa, e pure in Asia il nostro brand ha parecchi estimatori – conferma Pace –. Nello specifico siamo ben radicati in Germania, Marocco e Cina, mentre negli ultimi tempi sono arrivate richieste anche dalla Georgia”.
Tra i campi d’azione della dinamica impresa con base a Caltagirone c’è poi quello delle microalghe, un interesse estremamente futuribile (con importanti riflessi nella salvaguardia dell’ambiente) che Plastica Alfa condivide con attori istituzionali ed altre imprese. “Nel percorso intrapreso noi ci siamo occupati del processo di accrescimento delle microalghe, parte di un primo progetto in cui sono state coinvolte università oltre a dodici Pmi. Lo scopo era vedere se fosse possibile captare anidride carbonica ed energia termica in surplus da altri sistemi industriali ed utilizzarle, riconvertendole, da un punto di vista biomolecolare”. Studio che alla fine pare aver dato i risultati sperati, confermando il ruolo che potrebbero avere queste “biofabbriche verdi” soprattutto nella lotta all’inquinamento atmosferico. “Seguendo le linee guida del compito assegnatoci, abbiamo potuto verificare che effettivamente le microalghe sono capaci di assorbire grandi quantità di anidride carbonica, aspetto non di poco conto in ottica green. Inoltre, abbiamo sviluppato un nostro impianto dove queste possono crescere fino a raggiungere una concentrazione tale da essere drenate per consentire di riutilizzare l’acqua di coltivazione sia in agricoltura che nella farmaceutica”, chiarisce il direttore generale di Plastica Alfa, Miriam Pace.