
La traiettoria aziendale di CLM – dieci milioni di euro di fatturato nel 2022 e 50 dipendenti –, realtà industriale con sede a Bolzano, ad un certo punto ha subìto un’accelerazione che l’ha portata ad andare oltre quanto fatto in precedenza nel settore delle lavorazioni meccaniche conto terzi e così, in sostanza, reinventarsi per riuscire ad intercettare i bisogni di un settore che stava visibilmente mutando pelle.
Era il 2005, infatti, quando i tre soci decisero che era arrivato il momento di un cambio di marcia, che in seguito avrebbe portato la Pmi altoatesina a ritagliarsi nuovi e maggiori spazi nel campo della produzione e del successivo assemblaggio di pezzi metallici e plastici su impianti, macchinari, barche, impianti di risalita, gatti delle nevi ed altro.

UN MOMENTO DELLA LAVORAZIONE
“In quel frangente storico ci siamo resi conto che serviva una scelta decisa, magari prendendo qualche rischio, come è del resto nel Dna di ogni imprenditore con ambizioni di crescita – spiega Alex Caramaschi (nella foto in alto), contitolare di CLM –. E siamo andati controcorrente, in un momento in cui l’impresa media italiana produceva ancora in grandi quantità non di rado esponendosi a perdite. Quindi abbiamo cambiato stile, modalità, dedicandoci a cose molto più complicate da fare ma pensate per andare a creare interesse in una clientela che non aveva necessità di grossi numeri al momento della consegna dei materiali. Strada diversa, molto più a lungo termine. Una decisione che sta ancora pagando visto, tra l’altro, che prima di questo mutato approccio gestionale in azienda eravamo al massimo in 18 e il fatturato era un quinto dell’attuale”.
Un successo diventato sempre più tangibile poi nel periodo della grande crisi, tra il 2009 e il 2011, quando è arrivata una spinta ulteriore a una CLM già in fase di sorpasso su buona parte del gruppo. “Prendendo una direzione alternativa, differenziando quindi la produzione, ci siamo messi nella posizione di poter soddisfare le nuove necessità del mercato. E solo perché ciò che iniziavano a chiedere, noi lo facevamo da tempo. Eravamo già pronti, insomma”.
Per quanto riguarda invece l’export, l’azienda bolzanina non ha ancora fatto un passo deciso verso vendite più consistenti oltre confine soprattutto per un motivo pratico. “Devo dire che i nostri clienti esportano per il 60-70% del loro fatturato, mentre CLM non va oltre il 25% – chiarisce Caramaschi –. Per adesso abbiamo rinunciato a spingere in quella direzione e, più in generale, il nocciolo duro di chi si serve da noi è dislocato da Pisa in su, in particolare nel Nord Italia. Per il tipo di prodotto che facciamo, se le distanze da coprire sono troppo ampie il gioco non vale la candela. In altre parole, avendo scelto di lavorare su minori quantità, se sei lontano mille chilometri dal cliente non riesci a gestire il tutto come dovrebbe. Il servizio, come richiesto dal mercato, a nostro avviso deve mantenersi snello, veloce, permettendo di poter offrire una risposta pronta in caso, per esempio, di problemi sorti all’ultim’ora. Tutte cose che, se non si è prossimi al cliente, sono impossibili da garantire”.
Per farsi trovare pronta nel fare fronte ad un cambio generazionale diventato negli ultimi tempi sempre più complicato da portare a termine, l’impresa altoatesina continua a concentrarsi molto sul reperimento di quei tecnici specializzati che possono decidere le fortune di ogni struttura industriale. “Investire nella formazione per CLM è stata sia una necessità che un preciso indirizzo. Noi crediamo che si possa anche avere un’azienda bellissima, un capannone con all’interno macchinari assolutamente all’avanguardia, ma tutto questo, senza le persone adatte, diventa una sorta di scatola vuota – sottolinea Caramaschi –. La vera ricchezza sono i collaboratori che ti aiutano a raggiungere gli obiettivi prefissati, figure professionali già formate ma pure chi viene da un altro settore e ha bisogno di studio per apprendere i segreti di questo specifico ambiente lavorativo”.

MACCHINA PER LA FRESATURA
Una ricerca indirizzata ovviamente anche verso il mondo della scuola, bacino privilegiato da cui attingere i dipendenti del futuro. “Per questo motivo il nostro rapporto con quattro istituti scolastici, due tecnici e altrettanti professionali di Bolzano è stretto: la scuola gli insegna la teoria e successivamente questa viene messa in pratica nel periodo passato qui a capire le varie fasi produttive. Non è detto che tutti i ragazzi completino l’apprendimento, visto che qualcuno poi sceglie di dedicarsi a studi universitari, ma è comunque un percorso fondamentale per darci una mano a preparare nuovi tecnici”.
In ottica futura ma non troppo, CLM è intenzionata a compiere un ulteriore passo nella direzione di ampliare la propria struttura produttiva, obiettivo non più differibile come fa capire Alex Caramaschi. “Il problema è che in azienda inizia a mancare spazio. Dopo aver creato una seconda sede che si occupa dei montaggi vicino a quella principale, entro fine 2024 contiamo di finire un terzo capannone per dare maggiore libertà di manovra a chi si occupa della produzione”.