
“Tutto è partito nel 1973 quando mio padre si inventò un mestiere che ancora non esisteva. Poi, nel 2009 ho rilevato l’azienda e da quel momento in avanti, dandoci una veste più manageriale, abbiamo continuato ad alimentare il sogno di diventare una società italiana di consulenza con un profilo internazionale. Ora abbiamo dieci uffici in Italia, Stati Uniti ed India mentre siamo presenti anche in Corea del Sud e Vietnam”, spiega Michele Bonfiglioli (nella foto in alto), proprietario e amministratore delegato della Bonfiglioli Consulting. Una traiettoria imprenditoriale che per la Pmi emiliana – sei milioni di euro di fatturato nel 2021 e 60 dipendenti – ha significato radicarsi sempre più compiutamente in un settore particolare, mondo in cui gli italiani vogliono dimostrare di avere le giuste conoscenze per tenere testa alle altre importanti realtà presenti nel mercato globale.
Nel quartier generale di Bologna e nelle altre sedi distaccate, Bonfiglioli Consulting si occupa principalmente di migliorare la competitività delle aziende, con attenzione soprattutto all’efficientamento della parte costi, oltre che della messa a regime dei processi digitali, delle risorse umane, contribuendo a generare valore per il cliente.
“Al momento abbiamo a che fare con un periodo in cui, tra pandemia e guerra in Ucraina, ci sono settori, come il farmaceutico e l’alimentare che hanno avuto uno sviluppo, mentre altri faticano parecchio. Lo shock energetico, invece, è un fattore più trasversale che interessa un po’ tutti, con le aziende italiane, in modalità guardinga, tutt’ora impegnate a resistere ai suoi pesanti effetti in attesa di capire quale sarà lo step successivo. Chi vuole anticipare l’intensificazione di questi fenomeni, cosa che tutti ci aspettiamo, ha iniziato a ripensare alla propria struttura industriale rendendola più snella, flessibile, reattiva. Negli Stati Uniti, dove ultimamente ho passato un paio di mesi, invece continuano ad avere ancora una visione non troppo preoccupata, sia per la lontananza del conflitto in atto che per i minori costi energetici da sostenere”, chiarisce Bonfiglioli.
Per quanto riguarda invece i capisaldi che l’azienda bolognese si impegna a trasmettere alla propria, qualificata clientela, quello essenziale fa riferimento al modo di mettere in campo strategie, adeguate ai tempi, sulle forniture. “In una fase storica così mutevole e imprevedibile è necessario cercare nuove chiavi di lettura, dare la giusta attenzione alla flessibilità, alla capacità di adattamento in tempi rapidi. Dove e cosa produrre resta uno dei temi più sviscerati nel corso delle consulenze che offriamo. E la risposta non è per niente facile, scontata: neppure il più bravo dei consulenti, dei politici può dare un parere certo e definitivo. Si cerca di osservare gli scenari e sbagliare il meno possibile in un contesto mondiale così volatile”.
E chi è il cliente tipo di Bonfiglioli Consulting e in quale ambito domestico ed internazionale si muove la Pmi emiliana? “È un’azienda italiana di modello famigliare o anche managerializzata con una forte presenza internazionale e votata all’innovazione. Il suo range di fatturato deve essere indicativamente dai 100 milioni di euro ai 2 miliardi di euro, target in cui funzioniamo molto bene. Sono imprese di un certo rilievo che, soprattutto in questi ultimi, complessi anni, sono state il motore d’Italia”.
Pioniere nel nostro Paese del Lean Thinking – il pensare snello applicato oggi a svariati settori e che si propone di aumentare l’efficienza mentre elimina gli sprechi –, ad inizio terzo millennio la Bonfiglioli Consulting ha iniziato a cavalcare questo modo di affrontare le tante problematiche che sorgono fisiologicamente quando si decide di cambiare rotta all’interno di una realtà industriale. “Ai tempi significò portare una nuova chiave di lettura per un miglioramento continuo accessibile a tutti. Questo perché è una formula gestionale semplice, fruibile e propone concetti su cui facilmente ci si trova d’accordo – spiega Bonfiglioli –. È sempre stato un piacere constatare i miglioramenti tangibili, i risultati ottenuti nelle varie imprese dopo la sua diffusione. La sfida attuale è quella di trovare sempre elementi di novità che aiutino a mettere in discussione lo status quo, trovando nuove energie, temi per coinvolgere e motivare. Tutti aspetti determinanti se si vuole continuare questo processo nel tempo”.
Per mettere a terra tutto il know how acquisito negli anni c’è poi stato assoluto bisogno di assegnare un ruolo centrale alla formazione. Aspetto che i vertici dell’azienda di consulenza di base a Bologna non hanno di certo trascurato. “Per noi resta fondamentale e se vogliamo dare indicazioni precise ai nostri clienti siamo i primi a doverci mettere in discussione e imparare – conferma l’ad di Bonfiglioli Consulting –. Dedichiamo tempo alla formazione, magari in un modo diverso rispetto al passato: invece del seminario di un giorno intero in presenza, ora il web ci ha dato la possibilità di offrire a tutti brevi pillole ma continue”.