
Dopo l’avvento di Internet e delle molteplici possibilità di utilizzo senza le quali oggi non potremmo più immaginare né le nostre vite quotidiane, né l’attività delle nostre aziende, la più grande rivoluzione degli ultimi tempi si chiama Intelligenza artificiale.
Nonostante quest’ultima sia oggetto di studio e sperimentazione da oltre 70 anni, è stato il lancio di ChatGPT4 nel marzo del 2023 a sancire l’affermazione dell’IA generativa presso un pubblico di non specialisti. Proprio quando, come Piccola Industria, avviammo il nostro lungo roadshow “Intelligenza Artificiale e Pmi: esperienze da un futuro presente” organizzato insieme ad Anitec-Assinform che, in due anni e 14 tappe per tutta Italia ha visto la partecipazione di oltre 1.500 imprenditori.
Gran parte degli studi concordano sul fatto che l’IA può rendere più efficiente il nostro sistema produttivo. In che modo? A questa domanda prova a dare una risposta il bel report “L’Intelligenza Artificiale per il Sistema Italia”, realizzato anche grazie al network di Confindustria, di cui offriamo una sintesi sulle pagine di questo numero.
Si tratta di una prima raccolta di oltre 240 applicazioni già presenti nelle nostre aziende, una mappatura pensata per gli imprenditori (ma non solo) affinché possano prendere spunto per possibili usi all’interno delle proprie aziende.
Come tutti i cambiamenti profondi, anche l’introduzione dell’IA ha bisogno di tempo – mi si passi il termine – per essere “digerita”. Come ricorda Alberto Tripi, Special Advisor per l’IA di Confindustria, nell’intervista che ospitiamo, “nel 2023 solo 1,4% delle imprese con meno di 50 addetti aveva adottato l’IA per almeno tre finalità aziendali, contro l’8,7% delle grandi imprese”, sottolineando però al contempo che gli ultimi dati Istat diffusi all’inizio di quest’anno segnalano “una ripresa dell’adozione nelle imprese con almeno 10 addetti, dal 5% all’8,2%”. Un dato però ancora molto sotto la media Ue, che è al 13,5%.
Nonostante sussistano differenze settoriali, che vedono alcuni comparti più avanti rispetto ad altri, nel nostro Paese lo scatto verso un’adozione più diffusa va ancora fatto, andando a incidere su quegli aspetti che le imprese maggiormente lamentano: costi di implementazione, carenza di competenze e regolamentazione complessa e frammentaria. Dal canto nostro, proviamo a dare un contributo sensibilizzando dalle pagine dell’Imprenditore le nostre colleghe e colleghi.
In questa caldissima estate – seppure in mezzo alle tante guerre ai confini dell’Europa che non rendono sereni i nostri pensieri – proviamo a raccogliere questa sfida che presenta tante e importanti possibilità di crescita.
(Editoriale pubblicato sul numero di luglio dell’Imprenditore)