
Da piccolo scatolificio artigianale nato nel 1969, la lenta crescita di Grifal – 40 milioni di euro di fatturato nel 2024 come Gruppo a fronte di 200 dipendenti – ha poi avuto una notevole accelerazione negli anni ’90, quando la realtà industriale di base a Cologno al Serio, in provincia di Bergamo, ha iniziato a strutturarsi sempre più mentre conquistava progressivamente consensi nel settore del packaging con una proposta che ora permette alla clientela di sfruttare i benefici di imballaggi innovativi, performanti e anche ecosostenibili. Un percorso incentrato sulla qualità delle soluzioni offerte dalla Pmi lombarda, in grado di rifornire committenti provenienti da svariati mondi commerciali.

ESEMPIO DI PACKAGING PRODOTTO DA GRIFAL E UTILIZZATO PER PICCOLI ELETTRODOMESTICI
“Il nostro impegno viene declinato a largo spettro ed è indirizzato, storicamente, verso le grandi industrie che si occupano di elettronica e l’universo del bianco, del design e ora va anche a confrontarsi con il food e la cosmetica – chiarisce il presidente del consiglio di amministrazione e amministratore delegato di Grifal Fabio Gritti (nella foto in alto) –. Cosa abbiamo portato di nuovo sul mercato negli anni del primo grande sviluppo aziendale? Sicuramente il modo di operare, nel senso che siamo riusciti a realizzare sia un reparto di progettazione che un laboratorio per test sugli imballaggi riguardo alle performance di questi ultimi quando si fossero trovati a fronteggiare vibrazioni e shock da caduta”.
Queste innovazioni hanno permesso a quel tempo a Grifal di rispondere alle esigenze di una clientela che aveva bisogno di certezze sulle capacità tecnologiche dei prodotti pensati e realizzati dall’azienda della bergamasca. “La proposta di Grifal ha da sempre poggiato su qualità e prestazioni, non solo sui numeri – sottolinea l’ad della Pmi lombarda –. Assieme a clienti di altissimo profilo abbiamo portato avanti processi tecnologici, oltre che un approccio mentale ben definito, per dare un nuovo impulso ad un mercato del packaging fino a quel momento piuttosto conservativo. Poi nel 2001 abbiamo inventato Mondaplen®, imballaggio molto più sostenibile rispetto alle lastre di polietilene espanso e che ha proprietà ammortizzanti ben sopra la media nonostante possa vantare una notevole leggerezza. Questa caratteristica è data dal fatto che per Mondaplen® viene usata meno materia prima, generando di fatto un vantaggio sia tecnico che ecologico”.
A questo importante passo ha fatto seguito nove anni più avanti l’internalizzazione dei processi di produzione assieme alla realizzazione di macchinari per l’ondulazione dei materiali, progetti che nel 2016 hanno portato al lancio sul mercato di cArtù®. “Siamo riusciti a dare sostanza alla nostra idea di provare a creare un innovativo cartone ondulato protettivo che fosse anche resistente ed ammortizzante. Il cArtù® ha proposto alla clientela soluzioni fino a quel momento non esplorate, sfruttando i suoi caratteristici archi di parabola. Qualcosa di nuovo a cui avanzate scelte di design hanno aggiunto, ad ogni onda, due pieghe con funzione di nervatura rinforzante, mossa vincente che ha successivamente fatto strada ad ulteriori versioni della famiglia commerciale legata a questi materiali”.

ESEMPI DI CARTONE ONDULATO REALIZZATO DA GRIFAL
Quotata in borsa dal 2018, Grifal ha aperto un sito di produzione di Romania e, da poco e in joint venture, uno in Portogallo, il tutto mentre sta iniziando a presentare sul mercato tissuePack, attesa novità nel catalogo del gruppo di base a Cologno sul Serio. “È un soffice multivelo ondulato realizzato con la carta con cui si fanno i fazzoletti e completamente naturale in quanto a fibre – spiega il presidente del consiglio di amministrazione di Grifal –. Crediamo proprio possa avere lo stesso successo di cArtù®, di cui, tra l’altro, può sfruttare i medesimi macchinari di produzione. Essendo facilmente personalizzabile, tissuePack ha mostrato all’ultima fiera del lusso di Parigi la capacità di prendersi cura di prodotti premium come scarpe, borse, profumi e pure bottiglieria di qualità”.
Il Gruppo Grifal, che al momento ha una percentuale di fatturato export pari al 30%, è determinato ad aumentarla nel corso dei prossimi anni, allargando il proprio campo d’azione che per ora copre principalmente Romania, Portogallo, Germania, Francia e Spagna. “Abbiamo in corso un progetto che ci vede coinvolti assieme all’Università di Pavia: vorremmo diffondere sul mercato prodotti green ed ecosostenibili – afferma Gritti – passando sia attraverso il settore dei trasformatori, che per quello dei clienti finali, per trasferire loro informazioni qualificate sul tema”.
Infine Grifal – che negli ultimi anni ha portato a termine anche l’acquisizione di Tieng (società attiva nella progettazione e produzione di impianti e macchinari per incollaggio resine e per l’automatizzazione del packaging, ndr) e Cornelli Brand Packaging Experience, passo strategico che ha messo nella pancia del gruppo tutte le competenze tecnologiche necessarie oltre a quelle relative a comunicazione e innovazione – è intenzionata a puntare moltissimo sull’e-commerce per agevolare l’acquisto rapido dei propri prodotti, percorso che dovrebbe essere reso fluido, da una parte dalla comunicazione sul web e dall’altra dalla competenza nel creare cose nuove e funzionali che da sempre caratterizza la Pmi lombarda.