
Già fornitrice de La Serenissima a partire dal 1499, arrivato in Italia Napoleone, la Tessitura Luigi Bevilacqua – tre milioni di euro di fatturato nel 2024 a fronte di 25 dipendenti – decise di rilevare i telai della scuola della Misericordia di Venezia in precedenza chiusa dai francesi per lanciarsi ancora più compiutamente nel settore dei tessuti di altissima qualità. Un’arte decaduta nel Settecento e rinata nel secolo successivo, che la storica Pmi con base a Venezia ha continuato a coltivare nei decenni a seguire e fino ai giorni nostri, con un’attenzione certosina soprattutto per i velluti che le vengono richiesti pure da griffe dell’alta moda, come anche da altri illustri committenti.
“Siamo coscienti di avere un patrimonio artistico e culturale da recuperare, mantenere e tramandare nell’ottica di non rischiare di mandare nel dimenticatoio soprattutto le tecniche più complicate – sottolinea il presidente del consiglio di amministrazione dell’azienda veneta Rodolfo Bevilacqua (nella foto in alto) –. Raffinatezze per cui non è inusuale perdere veramente la testa, vista la bellezza del risultato finale. Nel passato alcune di queste erano state messe in disparte, ma ora noi le riproponiamo all’interno di un catalogo nel quale sono presenti più di 3mila disegni. Un archivio piuttosto ampio in cui conserviamo di fatto il lavoro degli ultimi 150 anni, compleanno ultracentenario che festeggeremo proprio nel corso di questo 2025”.

I TELAI MECCANICI DELLA TESSITURA LUIGI BEVILACQUA
Con un sito produttivo situato a 50 chilometri dalla sede centrale, la Tessitura Luigi Bevilacqua può rispondere ai desiderata della clientela anche attraverso l’utilizzo di telai meccanici e, da qualche tempo, anche di macchinari elettronici che nell’ufficio stile vengono impiegati per creare disegni di nuova concezione. “I nostri clienti più assidui sono studi d’architettura che possono vantare commesse a livello mondiale – spiega Bevilacqua –. Prima la totalità delle richieste arrivava da Parigi e Londra, mentre adesso il campo d’influenza dell’azienda si è allargato a Emirati Arabi, Arabia Saudita e Stati Uniti, tutti molto interessati a quanto siamo in grado di inviare loro. Vengono a Venezia pure privati, che si presentano con l’architetto o senza, oltre a mobilieri o proprietari di negozi di arredamento. Le case d’alta moda ci domandano di sviluppare qualcosa di nuovo e in alcuni casi, magari quando una giovane griffe è in emergenza in vista di una sfilata o di eventi pret a porter, ci è anche capitato di dover terminare un lavoro in pochissimo tempo. Situazione simile, poi, capitò pure con Dior in occasione di un grande appuntamento a Palazzo Labia qui a Venezia: per loro facemmo un’eccezione riuscendo a fornirgli velluti in tempi record”.

VELLUTO A MANO ART NOUVEAU – COLLEZIONE RINASCIMENTO (FUCSIA E GLICINE)
Ma qual è stato l’incarico più complesso ed appagante portato a termine da Tessitura Luigi Bevilacqua? “Sicuramente la sfida che ci propose il Cremlino circa quindici anni fa. Un giorno nella nostra sede si presentò un architetto russo con al seguito rotoli di velluto francese di fine ‘800 e chiese se fossimo in grado di replicarli, cosa che però non potevamo fare seduta stante. Ma mettendo in campo una sperimentazione durata un lungo anno e con la stessa tecnica usata due secoli prima, siamo infine riusciti a soddisfare le necessità prospettateci, contribuendo così a rivestire di velluto i divani di uno dei palazzi simbolo della capitale russa”.
Oltre a ricevere richieste da settori diversi e impegnarsi nel soddisfare al meglio ogni singola commessa, la raffinata quanto poliedrica impresa veneziana nel corso degli anni ‘50 del secolo scorso si è spesa pure oltreoceano, aiutando a ristrutturare il famoso Studio Ovale, all’interno del quale a Washington ha il proprio ufficio il presidente degli Stati Uniti. “Inoltre abbiamo avuto un rapporto piuttosto stretto con il Vaticano, considerato che Tessitura Luigi Bevilacqua è stata fornitrice dello Stato Pontificio per molto tempo”.

VELLUTO SOPRARIZZO, DETTO ANCHE “SOPRARICCIO” O CESELLATO. SI TRATTA DELLA VARIANTE PIÙ PREGIATA DELLA PRODUZIONE MANUALE ED È REALIZZATO SU TELAI DEL SETTECENTO – CREDITS ELENA ROSIGNOLI
Impossibilitato per motivi di riservatezza a divulgare i nomi di altri clienti famosi, Rodolfo Bevilacqua spiega comunque come la percentuale del fatturato che viene dal commercio estero è variabile, oscillando tra l’80 e il 90%. “Nell’anno in corso però abbiamo iniziato a registrare segnali di rinnovato interesse provenienti anche dall’Italia e questo ci fa particolarmente piacere”.
Mantenendo la collaborazione che da anni lega la Pmi di casa a Venezia e il liceo Guggenheim, l’ex istituto d’arte lagunare, la Tessitura Luigi Bevilacqua prova ad avvicinare le nuove generazioni ad un mondo estremamente fascinoso. “Sì, riusciamo ad attrarli visto che l’interesse non manca di certo, però, se devo essere onesto, almeno al momento la richiesta è abbastanza limitata”. Intanto l’azienda veneta ha da poco digitalizzato il proprio archivio, lavoro tanto impegnativo quanto importante che fissa, attraverso l’ausilio di documenti d’epoca, la storia della lavorazione dei tessuti. “Vogliamo tramandare le fasi salienti di questo percorso tramite libri e filmati, perché purtroppo senza la giusta cura e divulgazione ci si mette un attimo a dimenticarsi di tutto quanto è stato fatto in precedenza”, conclude Bevilacqua.

