
Nata ventotto anni fa a Milano nel periodo della new economy e spesso in balia di web agency che pagavano molto poco per poi rivenderne i servizi a cifre altissime, Whiteready – un milione di euro di fatturato nel 2024 e quattro dipendenti – è una società di servizi che, terminato quel momento storico, ha deciso di trasferirsi a Torino per stabilirsi in un proprio data center e sviluppare la forte passione per tecnologia e innovazione dei suoi vertici aziendali. Un’impresa specializzata in servizi web tra cui la Search Engine Optimization, i Cloud services, web design e web application, e-commerce e GDPR Compliance (il regolamento europeo che disciplina il trattamento dei dati personali), con alle spalle un modus operandi che continua a privilegiare il rapporto umano anche a rischio di perdere qualche cliente.
“Prima di tutto bisogna essere seri e offrire soluzioni tangibili, in grado di dare una concreta mano a chi si avvicina al nostro mondo – spiega Luisa Caprotti (nella foto in alto), che, oltre a fondatrice e titolare è anche project manager e amministratrice unica di Whiteready –. Un lavoro che, sia qui nella sede centrale di Torino che in quella di Cremona, anch’essa dotata di un proprio data center, parte dalla cura per il cliente. Che questo sia un importante player o clientela che ha con noi un contratto da soli 100 euro annui, l’approccio deve essere lo stesso. A tutti loro facciamo capire quanto sia ormai imperativo proteggersi per evitare danni estremamente costosi alla struttura che mandano avanti. La cybersecurity, insomma, deve avere un ruolo primario nel quotidiano di qualsiasi realtà industriale, concetto che comunque fatica ad entrare nei pensieri di troppi. Detto in altre parole sono io, siamo noi a scegliere quei committenti in cui è chiaro il desiderio di non volersi esporre a potenziali disastri, poi assai complicati da gestire”.
Quindi, nel 2025, non c’è ancora una consapevolezza condivisa di vivere un’era tecnologica per certi versi a rischio e pericolosa? “Direi proprio di no. Non si rendono conto di quanto c’è in gioco in certi processi: alcuni mi chiedono di mettere a punto un progetto di difesa “light”, ma mi sono sempre rifiutata. È per questo motivo che vogliamo poter essere selettivi e, su un altro piano, capaci di offrire un servizio hosting ‘reale’ e assolutamente dedicato, mentre molte aziende del nostro settore proseguono a fare overbooking. La serietà ci consente di mantenere clienti storici, consapevoli tra l’altro che, se si trovano di fronte ad un problema, al telefono Whiteready risponde sempre”.

Sottolineando comunque di non avere poteri da supereroi dei fumetti e che, soprattutto, la sicurezza al 100% non la può dare nessuno, Caprotti va poi a toccare un aspetto a lei estremamente caro. “Il fatto di aver scelto di diventare società Benefit dipende anche dall’essere convinti di avere la possibilità di dare una concreta mano ad aiutare un pianeta alle prese con grandissimi problemi legati al cambiamento del clima – sottolinea la fondatrice della Pmi piemontese –. Una direzione assolutamente da prendere anche perché ora abbiamo il modo di consumare meno energia mantenendo comunque alte performance. Certo che costa di più in termini di investimenti, ma per noi l’obiettivo resta in ogni caso quello di contribuire realmente ad una svolta green ormai non più differibile. Oltre a questo, ci occupiamo in maniera seria e certificata tramite una società inglese di rimboschimento, soprattutto delle foreste pluviali, oppure della produzione di energia attraverso turbine o pannelli solari in Asia. Gestiamo anche alveari e supportiamo una famiglia che produce the in Nepal e pure società no profit oltre ad aver la certificazione Esg per la parità di genere. Ci diamo parecchio da fare, insomma”.
Una propensione ad uscire dagli uffici per presentare il proprio tipo di lavoro all’esterno che per Whiteready significa pure collaborare con le scuole del territorio. “Debbo dire che è abbastanza complicato, però, avere risultati. Nonostante siamo andati a farci conoscere in istituti tecnici e informatici, l’attenzione di almeno la metà dei ragazzi è stata pari allo zero. Questo è uno dei motivi del perché le figure che cerchiamo non si trovano, ma continuo a sperare che nel futuro prossimo si riesca a fare qualche passo in avanti in grado di portare in azienda quelle forze fresche e qualificate di cui abbiamo bisogno”.
Intanto Whiteready non smette di pianificare le prossime mosse, concentrandosi nello specifico su un ulteriore ambito commerciale. “Una parte appena creata della società è ora impegnata in lavori di programmazione di vari tipi. Tra questi spicca un progetto veramente bello assieme ad una realtà che si occupa di gestire eventi di alto livello. Vediamo cosa ne esce, ma la cosa certa è che Whiteready si sta pian piano orizzontalizzando”, conclude Luisa Caprotti.

