La passione per la meccanica e il desiderio di semplificare il modo di ricaricare le automobili sono all’origine di questa Pmi della provincia bergamasca fondata sette anni fa dagli ingegneri Giacomo Zenoni e Andrea Daminelli, ai quali poco dopo si è aggiunto Federico Mazzoleni. Un team giovane e affiatato che ha messo a punto un portafoglio prodotti apprezzato anche al di là dei confini italiani. E che è molto attento al benessere dei propri dipendenti, coccolati con benefit e la possibilità di lavorare da remoto
La fidelizzazione dei dipendenti è uno dei principali obiettivi della Pmi di Grinzane Cavour, nel cuneese, specializzata nella progettazione e costruzione di macchine dosatrici per fluidi e polveri. Il capitale umano è fondamentale per alimentare la proiezione internazionale dell’impresa e Sara Nada, vice presidente e responsabile delle risorse umane, ci racconta le iniziative messe in campo specialmente a partire dal post pandemia
Il 29 novembre si è tenuto a Roma, presso la sede di Confindustria, l’evento “Smart Working Roadmap”. Aperto dal vice presidente di Confindustria con delega al Capitale umano Giovanni Brugnoli, l’incontro è stata l’occasione per fare il punto con i diversi protagonisti e approfondire rischi e opportunità
Il libro “Una sorprendente genealogia. L’autorità femminile nel management dall’Ottocento ad oggi” ricostruisce la storia del pensiero femminile rispetto al tema del lavoro e dell’organizzazione aziendale. L’autrice Luisa Pogliana rintraccia il fil rouge nella cultura della responsabilità e in una visione più ancorata ai bisogni della comunità. E a proposito dello smart working spiega perché può rivelarsi una “polpetta avvelenata” per le donne
È terminato, dopo oltre due anni, lo stato di emergenza proclamato per la pandemia da Covid-19. Molte aziende si stanno interrogando sul modello organizzativo da adottare. Diversi sono gli elementi da tenere in considerazione per la scelta, che non può avvenire senza coinvolgere i collaboratori. La cultura aziendale va ripensata, in un contesto caratterizzato sempre più da volatilità, incertezza, complessità e ambiguità
Procedere per obiettivi, stabilire processi chiari e adottare una comunicazione essenziale sono le tre premesse per far funzionare un team virtuale. Ma non basta: bisogna investire tempo e attenzione affinché le persone si sentano parte del gruppo puntando all’umanizzazione delle relazioni
Auspicando un superamento della pandemia grazie alla campagna vaccinale in corso, ci si interroga su quale sarà il nuovo assetto nelle aziende, e non solo, dopo l’estate. Il lavoro da remoto è stato possibile solo per determinate mansioni, fermo restando che la prolungata distanza dall’ufficio richiede un periodo di “compensazione” per recuperare la piena operatività. La vera sfida a livello gestionale sarà abituarsi ad un “modello ibrido”
Rivoluzione digitale, sostenibilità e smart working sono le aree di intervento individuate. Per il presidente di Fondirigenti Carlo Poledrini “l’emergenza sanitaria non deve penalizzare l’investimento nell’alta formazione”. Presentazione dei piani dal 1° al 30 giugno
La pandemia ha innescato un drastico cambiamento a favore del lavoro a distanza, che incoraggia l’autonomia e la responsabilità. È fondamentale, però, aiutare le persone a gestire i nuovi tempi e spazi di lavoro. Bene il potenziamento delle competenze informatiche, ma non basta. Occorre mantenere la socialità, anche se virtuale
L’uso prolungato di questa modalità può diminuire il senso di appartenenza all’organizzazione, a causa di un livello di attenzione inferiore rispetto agli incontri in presenza e a un minore scambio di informazioni. Alcuni suggerimenti per invertire la rotta senza incorrere nella over-communication