Definire la formazione oggi presuppone una duplice logica che la pone, contemporaneamente, come imperativo e come opportunità.
Il primo significato deriva dal momento storico attuale, un quadro nel quale le imprese hanno già compiuto quel salto consapevole verso il futuro, una “next generation” che fa suoi i parametri della costante ricerca di innovazione di prodotto e dei processi produttivi, caratterizzati anche dai dettami di industria 4.0 e li concretizza in ogni funzione organizzativa aziendale, in ogni decisione strategica o in azioni quotidiane che intraprende. In tale scenario, figlio di molteplici fattori, la formazione si è sempre più consolidata, andando a rivestire un ruolo strategico, se non cruciale in quella funzione di traits d’union tra i diversi soggetti, come le imprese, le istituzioni e i giovani che, in uscita dal sistema scolastico, si affacciano al mercato del lavoro.
La formazione, almeno quella riconducibile a Confindustria, essendo a stretto contatto con le imprese che ne hanno la “governance”, è stabilmente sollecitata dalle stesse e proiettata in processi di innovazione, che tendono a far acquisire ai giovani e agli occupati quelle competenze caratterizzanti il loro futuro lavorativo.
Pensando che lo sviluppo delle imprese si possa trasformare in successo economico del territorio e possa apportare ricchezza anche sociale, culturale e di sistemi di welfare, le istituzioni, almeno quelle più lungimiranti, ascoltano le richieste dei sistemi produttivi e cercano di trasformare i desiderata degli imprenditori in politiche economiche che ne agevolino lo sviluppo. Se si riscontra un punto di debolezza, questo può essere riconducibile al sistema scolastico tradizionale, che necessita di processi di ammodernamento tecnologico ma soprattutto di un’organizzazione ben definita, che consenta rapporti costanti e specialistici con il mondo del lavoro.
Un compito fondamentale, quindi, quello della formazione, a cui spesso però non viene corrisposto un riconoscimento strutturale, stabile, nonché istituzionalizzato: è in questo spazio da colmare che si configura quell’imperativo di rendere la formazione come tramite indispensabile di un sistema lavorativo efficace, che passerà inevitabilmente dalla qualità delle proprie risorse umane, sempre più specializzate e competitive.
Si arriva perciò al secondo significato, quello di opportunità. La formazione, oltre alla funzione di accompagnamento e supporto nell’acquisizione di competenze, favorisce quindi, la possibilità di sviluppo, competitività e successo per imprese e territorio.
Il ruolo che un adeguato sistema formativo deve necessariamente avere è quello di accompagnare e supportare, in maniera il più possibile puntuale e flessibile, il distretto produttivo di riferimento, cercando di impostare percorsi formativi utili a sviluppare le competenze dei ruoli professionali che operano in tale contesto. Questa è la mission e la scelta che gli imprenditori spezzini fecero fondando il Cisita, “una scuola di diretta emanazione delle imprese e che, in stretto raccordo con esse, abbia come fine quello di valorizzare e sviluppare le risorse umane”.
In tale prospettiva il sistema educativo e della formazione facente riferimento a Confindustria La Spezia ha già da tempo intrapreso molteplici iniziative volte a creare e a consolidare un vero e proprio “distretto formativo”, che si sviluppi sulla base delle necessità espresse dal distretto produttivo locale. Le iniziative formative si sono andate via via strutturando in modo tale da comporre una vera e propria “filiera formativa” completa, a cui le imprese possono rivolgersi e fare riferimento in caso di necessità, rispetto a figure professionali da inserire nella propria organizzazione, trovando percorsi formativi ad hoc sui differenti livelli e ruoli professionali.
Il sistema della formazione cui si tende mira a fare in modo che l’impresa possa trovare la figura professionale di cui ha bisogno, sia essa un operaio qualificato, un tecnico specializzato o un profilo manageriale, rivolgendosi a un sistema organico e organizzato che prepari, all’interno di una medesima filiera, le risorse a tutti i livelli, creando sinergie virtuose fra i vari sistemi educativi rappresentati dalla formazione sia professionale che continua, dall’Istruzione e formazione professionale (Ifp) e dall’Istruzione tecnica superiore (ITS), attivando collaborazioni con i sistemi universitari locale e con un matching costante fra di essi e le imprese.
Che cosa possiamo fare però per migliorare ulteriormente la situazione? Ritengo che il Pnrr ci possa venire in aiuto al fine di realizzare sui territori smart hub tecnologici all’interno dei quali si possano realizzare servizi integrati di formazione e lavoro e possano trovare casa i differenti sistemi educativi e formativi, divenendo un soggetto riconosciuto e riconoscibile sia dalle imprese che dai giovani, che in tali contesti dovranno porre solide basi per il loro futuro personale e professionale e concorrere allo sviluppo dei nostri sistemi produttivi per rendere le imprese più competitive nei contesti mondiali nei quali agiscono.