
| Rendere l’Unione europea il luogo più dinamico e attrattivo al mondo per ricerca, innovazione e investimenti nelle scienze della vita entro il 2030. È questo lo scopo dell’ambiziosa Strategia presentata a luglio dalla Commissione europea. “Ci stiamo assicurando che le idee visionarie non rimangano confinate nei laboratori, ma si traducano in miglioramenti concreti per la vita delle persone, proprio qui in Europa – ha sottolineato durante la presentazione Ekaterina Zaharieva, commissaria per le Startup, la Ricerca e l’Innovazione –. Questo non solo porterà benefici ai nostri cittadini, ma renderà l’Europa un ambiente ancora più attrattivo e competitivo per le aziende delle scienze della vita che desiderano investire, innovare e crescere”. Le scienze della vita sono considerate strategiche per la salute pubblica, la transizione verde e digitale, la competitività industriale e l’autonomia strategica dell’intero continente. Il comparto rappresenta oggi il 9,4% del Pil dell’Ue, impiega circa 29 milioni di persone e ha registrato quasi un raddoppio degli investimenti privati in ricerca e sviluppo tra il 2012 e il 2022. Eppure, persistono ancora ostacoli significativi: ecosistemi frammentati, difficoltà di passaggio dalla ricerca al mercato, carenza di capitale umano qualificato, limitata attrattività per i talenti globali, complessità normative e accesso al capitale spesso insufficiente.
Per affrontare questi nodi, la Commissione propone un’azione strutturata lungo l’intera catena del valore, articolata in tre fasi. La prima riguarda l’ottimizzazione dell’ecosistema europeo di ricerca e innovazione (R&I), attraverso il rafforzamento delle infrastrutture, l’aumento degli investimenti coordinati tra Stati membri, università e industrie, il potenziamento delle sperimentazioni cliniche multi-Paese e un maggiore utilizzo di strumenti digitali e di Intelligenza artificiale, sia nella fase di ricerca sia nella valutazione regolatoria. Particolare attenzione sarà dedicata allo sviluppo di tecnologie trasversali e sostenibili, come il biomanufacturing, le nuove molecole e i materiali avanzati, oltre alla promozione di metodologie innovative prive di sperimentazione animale. Verrà inoltre introdotto un nuovo approccio olistico e intersettoriale, ispirato al paradigma One Health, che integra salute umana, animale e ambientale, con investimenti mirati. La seconda fase della strategia è centrata sull’accelerazione dell’accesso al mercato, rendendo il quadro normativo più favorevole all’innovazione. Verranno introdotti ambienti di test e deroghe per sostenere soluzioni emergenti, sarà proposta una legge europea sulle biotecnologie per rafforzare la competitività dell’Ue e si lavorerà alla semplificazione delle normative su dispositivi medici, diagnostici e alimentari. La Commissione intende inoltre mobilitare capitali pubblici e privati in modo più efficace, anche grazie a strumenti come InvestEU, STEP e la strategia per le startup e le scaleup europee, prevedendo il lancio di un’interfaccia di matchmaking tra innovatori, industrie e investitori. La terza fase mira a rafforzare l’adozione dell’innovazione e la fiducia da parte dei cittadini, attraverso l’uso strategico degli appalti pubblici per stimolare la domanda, in particolare in settori chiave come i vaccini di nuova generazione, le soluzioni oncologiche a prezzi accessibili e l’adattamento ai cambiamenti climatici. Saranno mobilitati 300 milioni di euro per sostenere queste iniziative, accompagnati da azioni per migliorare la comunicazione scientifica, promuovere la ricerca responsabile e avvicinare cittadini, imprese e istituzioni alle potenzialità della scienza europea. A livello di governance, sarà istituito un Life Sciences Coordination Group con il mandato di garantire coerenza tra le diverse politiche settoriali, monitorare l’attuazione della strategia, coordinare la nuova Life Sciences R&I Data Assembly e allineare le iniziative europee, come il Biotech Act, la strategia sulla bioeconomia, la Medical Countermeasures Strategy e l’European Startup and Scale-up Strategy.
Infine, un altro elemento va tenuto in considerazione: la salute, ovvero il principale mercato di riferimento delle scienze della vita, resta per la maggior parte tra le competenze degli Stati membri. Quindi, nonostante sia positivo l’interesse dell’Ue per il settore, non considerato più esclusivamente fonte di spesa pubblica ma volano per la crescita, è fondamentale che tale strategia venga realizzata in stretta collaborazione con le capitali, altrimenti corre il rischio di restare lettera morta.
LE OPPORTUNITÀ PER L’INDUSTRIA ITALIANA
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