
In un mondo lacerato da continue conflittualità, guerre e tensioni, la sostenibilità è l’unico percorso possibile per costruire un futuro di pace, per contribuire all’innovazione e al progresso del nostro Paese. Ma lo sviluppo sostenibile non può esistere laddove non c’è la pace, la promozione dei diritti e il perseguimento della giustizia.
È evidente, dunque, come pace e sostenibilità siano due facce della stessa medaglia. La pace nasce dalla capacità di costruire relazioni fondate sul rispetto, sulla cooperazione e sulla responsabilità condivisa verso il pianeta e verso gli altri. La sostenibilità, a sua volta, è la strada che permette di dare solidità a questa pace, assicurando risorse, opportunità e dignità alle generazioni presenti e future.
In un recente intervento pubblico il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha sottolineato l’importanza della memoria, della sostenibilità e della tutela dell’ambiente, affermando che “la prospettiva dello sviluppo sostenibile è stata una conquista conseguita a caro prezzo” e come troppo spesso oggi la sostenibilità sembri “quasi un fastidio, anziché un investimento sul futuro”. Per questo è doveroso assumere un impegno straordinario per accelerare il cammino verso lo sviluppo sostenibile e in questo percorso imprese e istituzioni hanno un ruolo cruciale.
Pace, diritti e giustizia sono le parole chiave del recente Rapporto dell’ASviS. Enrico Giovannini, Direttore Scientifico ASviS, ha affermato che “l’Italia continua a non dotarsi di politiche adeguate, mentre l’Europa sta facendo scelte errate e sta perdendo quel ruolo di guida nel campo della sostenibilità che aveva assunto negli ultimi anni”. Alcuni esempi ne sono le eccessive semplificazioni sulla rendicontazione di sostenibilità che rischiano di indebolire l’impegno delle imprese su ambiente e aspetti sociali e l’arretramento di alcune politiche commerciali, in particolare negli accordi con gli Stati Uniti.
Occorrono dunque politiche industriali e d’innovazione per la produzione e il consumo responsabile; occorre attrarre investimenti, migliorare la competitività nel rispetto delle regole per un’economia sostenibile; è necessario fornire alle Pmi strumenti semplici ed efficaci di autoanalisi e di misurazione degli impatti, per superare le possibili resistenze.
Nonostante il momento socio-economico complesso, caratterizzato da tensioni geopolitiche e dal ritorno delle barriere commerciali, a cui si aggiunge il preoccupante trend di denatalità, il nostro Paese però pare aver imboccato la strada giusta verso la sostenibilità.
In base ad una recente nota del Centro Studi Confindustria, l’Italia è tra le economie più sostenibili del G20 e dell’Ue, oltre a essere leader nella transizione circolare. Le aziende si stanno impegnando molto in ambito di sostenibilità e rendicontazione. Come emerge inoltre da una Survey Kpmg di giugno sulla rendicontazione di sostenibilità 2024, dopo il primo anno di applicazione della CSRD in Italia, le aziende italiane – almeno quelle più grandi – stanno compiendo passi avanti sulla sostenibilità, un aspetto che non riguarda più solo i processi produttivi dentro gli stabilimenti o gli uffici, ma anche quello che accade prima e dopo, lungo tutta la filiera: fornitori, distribuzione, clienti. Tante aziende non hanno però fissato obiettivi di miglioramento chiari su alcuni temi rilevanti. Sulla carta c’è il piano di sostenibilità, ma resta un po’ troppo spesso scollegato dalla strategia di business.
Nonostante le ombre, le imprese italiane restano proattive: in base ad una recente indagine EY- SWG, quasi il 68% degli imprenditori crede nella capacità delle imprese italiane di creare innovazione e il 96% investirà nel prossimo biennio in innovazione e sostenibilità.
Responsabilità, sostenibilità, innovazione sono temi centrali per Anima, l’Associazione di imprese che presiedo da oltre quindici anni e che promuove la sostenibilità come modello di business, capace di conciliare profitto e competitività con il benessere del territorio e delle persone.
L’iniziativa di Anima che manifesta al meglio l’impegno delle nostre imprese per la valorizzazione della sostenibilità è il Premio Anima. La cerimonia riconosce e promuove il contributo apportato da personalità del mondo della cultura e dell’arte alla crescita di una coscienza etica, della solidarietà e della responsabilità sociale nell’opinione pubblica.
Il riconoscimento è assegnato ad autori e professionisti che nelle rispettive categorie – Cinema, Fotografia, Giornalismo, Letteratura, Musica, Teatro e Premio Speciale – si sono distinti per la forza comunicativa dei loro contenuti e messaggi. Crediamo infatti che l’arte, in tutte le sue molteplici forme, sia un efficace mezzo per puntare l’attenzione su tematiche sociali e ambientali.
La XXIV edizione del Premio si terrà mercoledì prossimo, 12 novembre, sulla Terrazza Caffarelli in Campidoglio, alla presenza di esponenti del mondo economico, imprenditoriale e istituzionale.
In uno scenario globale drammatico attraversato da guerre, divisioni e profonde disuguaglianze, le tematiche di questa edizione saranno incentrate sull’importanza dei valori quali inclusione e dignità umana, dando voce a persone, comunità e storie troppo spesso marginalizzate. La rilevanza dei legami familiari, il valore della memoria e delle radici culturali, inoltre saranno altri temi salienti, accanto al racconto del dolore come occasione di trasformazione e resilienza.
Come ogni anno cercheremo di portare un messaggio di speranza perché è proprio nei momenti di maggiore crisi che è fondamentare costruire collaborazioni orientate all’interesse collettivo e alla coesione sociale, un valore che si concretizza solo attraverso impegno e attenzione verso chi è in difficoltà.
Scegliere la pace e la sostenibilità significa scegliere il futuro, un futuro in cui l’innovazione, la solidarietà e la responsabilità diventano gli strumenti per costruire un mondo più equo, più sostenibile e più umano.

