
Famiglia da sempre impegnata nel settore della panificazione, gli Anzanello devono il loro attuale successo principalmente all’intuizione avuta in giovane età da Adriano, che, di ritorno dal servizio militare, comprese il valore potenziale di un sistema in grado di tagliare subito a fette i filoni di pancarrè fresco. Lavoro che in precedenza necessitava dell’impegno di un gruppo di signore per essere portato a termine manualmente, oltretutto dovendo attendere il giorno successivo alla cottura. Un’idea rivoluzionaria che nel 1968 diede in sostanza l’avvio ad ArteBianca – 40 milioni di euro di fatturato e 85 dipendenti –, azienda con quartier generale a Venezia, capace poi, soprattutto negli ultimi quindici anni, di crescere in maniera esponenziale non solo in termini di fatturato.
“In pratica papà ha inventato il sistema per decorticare il pane da fresco, acquistando in seguito un freezer e facendo modificare un taglierino per toast dall’officina Brevetti Gasparin per poter ottenere un taglio per lungo – spiega Massimiliano Anzanello (nella foto in alto), amministratore delegato di ArteBianca –. Quindi il classico tramezzino veneziano come lo conosciamo noi nasce con il tipo di pane senza crosta introdotto sul mercato da mio padre e che gli permise di attirare l’interesse, le commesse di un po’ di tutti gli esercenti della zona. E tra l’altro quest’anno, nel programma del primo Festival del tramezzino, il principale concorso è stato dedicato proprio ad Adriano Anzanello”.
Sviluppo del marchio che, in avvio graduale, ha subito una forte accelerazione nel corso degli anni ’80, quando ArteBianca ha iniziato a creare i primi prodotti per i supermercati e in particolare l’inconfondibile il pane a fetta lunga stesa. “In Italia il mercato del tramezzino ha preso corpo anche sfruttando la visibilità data dalla Gdo, tanto che in questo momento il fatturato legato a questo specifico prodotto è arrivato a toccare i 40 milioni di euro. Quando nel 2010, alla fiera Cibus di Parma, decidiamo di lanciare il PanPiuma, senza crosta e dotato di una confezione richiudibile, questo diventa immediatamente il precursore di tutti i panificati italiani. Qualcosa di estremamente innovativo e digeribile fatto con soli sei ingredienti, pochissimo lievito e senza zuccheri. Un successo incredibile che di fatto ci ha piacevolmente obbligato a crescere senza sosta in una sorta di inseguimento a PanPiuma”.
Cambiamento di ritmo aziendale e di obiettivi che è passato pure per un paio di persone indispensabili nell’ottica di salire al livello superiore. “Eravamo sì un’azienda storica, ma a quel tempo sicuramente non un leader di settore o brand leader come adesso – sottolinea l’ad di ArteBianca –. PanPiuma ci ha imposto di avere una mission e cammin facendo ho avuto la fortuna di incrociare il passo con due professionisti che mi hanno enormemente aiutato a dare vita a quell’idea ora consacrata come vincente. Due figure decisive per le fortune della nostra impresa”.
Avendo avuto negli anni tutti questi riscontri positivi entro i confini nazionali, ArteBianca non ha avuto eccessivo bisogno di espandersi pure all’estero tanto che la percentuale export della Pmi veneta è intorno al 10%. “In ogni caso siamo presenti in oltre venti paesi del mondo, con Stati Uniti e Spagna che costituiscono gli sbocchi di mercato per noi più importanti. L’obiettivo di aumentare le esportazioni fino al 20-25% del fatturato totale è sicuramente perseguibile, anche se i dazi al 15% renderanno il processo di certo molto più complicato e non solo per ArteBianca”.

UNA FASE DELLA PRODUZIONE
Per quanto riguarda, invece, la risposta delle giovani generazioni al richiamo di un’azienda leader di settore, la situazione è in divenire. “Assieme a Confindustria e ad alcuni istituti scolastici stiamo cercando di interessare i ragazzi e da un paio d’anni mandiamo avanti attività di ricerca. Debbo confermare che è un percorso molto più complesso rispetto al recente passato e, per trovare un candidato che fa al caso nostro, purtroppo impieghiamo parecchio tempo. Al contempo, però, chi è in ArteBianca da più anni continua a darci grandi soddisfazioni e possiamo vantarci di avere in organico trentenni già responsabili di reparto”.
Intanto la Pmi veneziana resta estremamente attenta ai vari aspetti della comunicazione, impegno fondamentale per veicolare all’esterno i pregi dei propri prodotti. “Da quando siamo orientati verso la Gdo con PanPiuma si è deciso di fare una politica di branding trasversale da un punto di vista comunicativo – chiarisce Anzanello –. Essendo un pane divertente, sano e che piace, la scelta di associarlo tra le altre cose a società sportive tramite sponsorizzazione, all’aiuto a persone bisognose come pure al progetto Medea contro la violenza di genere è venuta di conseguenza”.
Per il futuro prossimo, infine, ArteBianca ha in cantiere alcuni progetti tra cui quello di raddoppiare la capacità produttiva dopo avere acquistato un terreno dall’altra parte della strada rispetto alla sede attuale. “In più ci proponiamo nell’arco dei prossimi cinque, sei anni di raddoppiare pure il fatturato oltre a consolidare la leadership in Italia”, conclude Massimiliano Anzanello.

IMPACCHETTAMENTO DEL PRODOTTO

