
Da un’idea venuta a chi, dopo aver testato il lavoro dipendente in una grande impresa, si era poi deciso a dare vita ad un progetto in proprio, Sea Marconi Technologies – 18 milioni di euro di fatturato nel 2024 a fronte di 100 dipendenti – è un’azienda che inizialmente si è occupata di impianti di messa a terra per poi virare nel tempo sulla gestione della “salute” di parti di macchine elettriche attraverso l’utilizzo di fluidi isolanti. Una specializzazione che ha portato la Pmi di casa a Collegno, in provincia di Torino, ad impegnarsi in modo industriale (prima in Italia) nel mondo della cura dei trasformatori elettrici di varie dimensioni, ospitati in cassoni all’interno dei quali l’elettricità viene trasformata da bassa a media tensione e successivamente, per il suo trasporto, da media ad alta, prima che questa venga riconvertita e arrivi quindi a destinazione ai classici 220 volt italiani.
“Da quando mio padre ha intuito le potenzialità di questo business, davanti alla nostra realtà industriale si sono aperti diversi altri mercati nei quali portare un know how aziendale piuttosto unico – spiega Cristina Tumiatti (nella foto in alto), business development chief di Sea Marconi Technologies –. Per quanto riguarda i cassoni in cui sono allocati i trasformatori, complessivamente possono arrivare a pesare anche 400 tonnellate: un terzo è composto da fluidi a base di minerali, oppure, come accade soprattutto da qualche tempo, da olio sintetico o di soia, mentre il resto è costituito da carta e metalli. Questi oli si comportano in modo simile al sangue all’interno del corpo umano e, quando vogliamo vedere se è tutto a posto, ne preleviamo un campione. In base ai risultati dell’analisi, per la quale utilizziamo un software proprietario dotato di IA, viene comparato il tutto con i dati passati e alla fine i nostri quattro esperti diagnostici redigono un accurato report”.
Interventi manutentivi alle cabine di trasformazione elettrica, strutture in grado di avere una vita media di 35-40 anni contro i 15-20 degli oli che ne aiutano a preservare il corretto uso, che vanno pure oltre questo primo genere di controlli. “Nel caso, infatti, si dovesse ravvisare qualcosa di non lineare e le risultanze del test perciò non fossero ottimali, noi di Sea Marconi Technologies iniziamo una sorta di ‘dialisi’ sul macchinario per ripristinare i valori originari dell’olio e far funzionare tutto al meglio”.
Un modus operandi che garantisce anche altre migliorie gestionali oltre ad un più alto grado di attenzione all’ambiente rispetto al passato. “In precedenza, si svuotava tutto e si comprava olio nuovo, mentre adesso, come detto, siamo in grado di ripristinarne i valori perché si possa riutilizzarlo più volte – chiarisce Tumiatti –. Importanti, quindi, sono i conseguenti risvolti positivi per l’ecosistema, oltre che per il contenimento dei costi di esercizio. Queste politiche ci hanno permesso di avere oltre 5mila clienti nei 58 paesi in cui siamo presenti nel mondo. E per noi non cambia niente se abbiamo a che fare con piccole o grandissime aziende: queste ultime hanno ovviamente un peso specifico diverso, ma se un trasformatore va fuori fase la produzione si blocca in qualsiasi ambito industriale”.
Per il monitoraggio dei trasformatori in resina (sui quali non è possibile fare manutenzione), Sea Marconi Technologies ha invece brevettato la tecnologia che guida Smart Nosy, strumento capace di evitare guasti improvvisi e limitare i danni alla produzione. “È un nuovo prodotto che riesce a rilevare in tempo reale, tramite una telecamera a raggi infrarossi e altri sensori, il particolato e i vapori emessi dal trasformatore, individuando specifiche ‘patologie’ che potrebbero creare danni. In ragione di questo screening forniamo alla clientela pure suggerimenti per prolungare la vita utile dei loro macchinari elettrici”.

IL LABORATORIO DI ANALISI DI SEA MARCONI TECHNOLOGIES
E per avere il giusto ricambio della forza lavoro interna alla Pmi piemontese, nella sede di Collegno si continuano a formare i potenziali dipendenti del futuro prossimo. “Detto che possiamo contare su un turnover molto basso, l’ambiente di lavoro è da sempre estremamente dinamico e nella parte dedicata ai laboratori sono quasi tutti giovani. Nuove generazioni che nei tre anni passati hanno contribuito a fare sì che il fatturato relativo proprio al laboratorio crescesse fino al 25% del totale – chiarisce la business development chief di Sea Marconi Technologies –. In più curiamo con attenzione i progetti legati a scuola-lavoro sia collaborando con istituti tecnici che con le università del territorio, anche se per ora generiamo solo piccoli numeri”.
Un percorso industriale, quello dell’azienda del torinese, che passa in modo sostanziale anche per un grande ricorso agli studi dell’ufficio ricerca e sviluppo, struttura che può vantare la presenza stabile e dedicata di cinque, sei persone. “È una scelta fatta per essere sempre sul pezzo, non lasciando nulla al caso per restare al passo con i tempi”.

INTERNO DEI LABORATORI
Tra poco, infine, il 14 e 15 ottobre, Sea Marconi Technologies parteciperà a Torino a My Transfo, dal 2001 evento principale a livello europeo nel campo della formazione professionale e le lo scambio di esperienze su trasformatori e oli isolanti. “Chi è interessato al nostro universo è come sempre benvenuto ad un appuntamento di certo non commerciale, ma che mira solo alla condivisione di best practice tra i vari player attivi sul mercato”, conclude Cristina Tumiatti.

VEDUTA AEREA DELLA SEDE DI SEA MARCONI TECHNOLOGIES

