La chimica pervade tutti gli aspetti della nostra vita, producendo larga parte dei beni intermedi che vengono adoperati dalle altre industrie per produrre i beni finali. Grazie alle innovazioni apportate nei decenni, oggi il settore rappresenta un modello di riferimento per la sostenibilità economica, sociale e ambientale.
La chimica è l’unica industria che condivide il proprio nome con una scienza.
Tra industria chimica e scienza c’è un legame fortissimo: la scienza chimica studia le proprietà e le trasformazioni della materia, l’industria chimica acquisisce le conoscenze scientifiche e – attraverso l’attività di ricerca e innovazione – le rende disponibili sotto forma di tecnologie e prodotti che contribuiscono a migliorare il benessere e la qualità della vita.
Spesso non si percepisce il valore della chimica perché normalmente non si utilizzano direttamente i suoi prodotti: essi sono in prevalenza beni intermedi adoperati da altre industrie per produrre i beni finali. Eppure la chimica pervade tutti gli aspetti della vita: dal tempo libero alla mobilità, dalla comunicazione all’igiene e salute. In effetti, a ben guardare, tutti i prodotti di uso comune esistono e hanno costi accessibili proprio grazie alla chimica. Proprio per questo l’industria chimica ha un ruolo centrale nel soddisfare i bisogni di una parte sempre più ampia della popolazione mondiale che sta conquistando o migliorando il proprio benessere.
Partendo da materie prime organiche quali petrolio, carbone, gas e biomasse, così come da quelle inorganiche come minerali, acqua e sali e attraverso successive trasformazioni, la chimica consente di ottenere tantissimi prodotti: quelli della chimica di base, infatti, sono i costituenti fondamentali degli altri prodotti di chimica fine e specialistica i quali, a loro volta, trovano impiego nei diversi settori industriali. Utilizzati in tutte le attività economiche, dall’agricoltura (4,2%) ai servizi (10,5%) fino ai consumi delle famiglie (17,1%), hanno una quota preponderante nell’industria (68,2%).
Si comprende così molto bene perché l’industria chimica rappresenti un motore di innovazione: attraverso i suoi beni intermedi trasferisce, infatti, sistematicamente tecnologia e innovazione basata sulla ricerca a praticamente tutti i settori manifatturieri, sia tradizionali che avanzati, alimentandone la competitività e la sostenibilità, generando e difendendo tanti posti di lavoro.
Molte volte dietro al successo internazionale dei prodotti tipici del made in Italy – calzature, mobili, piastrelle, cosmetici e tanti altri – ci sono un prodotto e un’impresa chimica innovativi ed è per questo che l’industria chimica rappresenta il partner ideale per elevare il contenuto tecnologico, consentendo così al nostro made in Italy di affrontare meglio la competizione globale. Altrettanto importante è la questione della sostenibilità. Secondo la definizione formulata dalle Nazione Unite nel 1987 e valida ancora oggi, lo sviluppo sostenibile si propone di “soddisfare i bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità per le generazioni future di soddisfare i propri”; richiede pertanto l’attenzione equilibrata a tre dimensioni tutte egualmente importanti identificate da tre “P”: persone, pianeta e prosperità.
La dimensione economica, ovvero la prosperità, non deve essere trascurata né considerata in conflitto con le altre due con le quali, al contrario, ha un rapporto sinergico. Senza sviluppo, infatti, non si creano posti di lavoro, né si hanno le risorse per investire nella tutela dell’ambiente. L’industria chimica rappresenta un modello di riferimento per la sostenibilità in tutte e tre le sue dimensioni (economica, sociale e ambientale) e guida infatti la classifica dei settori industriali italiani in base al prodotto interno di qualità, ossia alla misura – elaborata da Symbola, la Fondazione per le Qualità Italiane – della ricchezza nazionale prodotta secondo tutti gli aspetti qualificanti dello sviluppo sostenibile che sfuggono alla tradizionale misura del Pil.
La chimica – come scienza e come industria – è fondamentale per trovare le soluzioni tecnologiche alle grandi sfide del futuro dell’umanità, come il cambiamento climatico o la scarsità delle risorse. Già oggi ottimizza i processi e utilizza sempre meglio le risorse, minimizzando così l’uso di quelle più preziose, riutilizzandole o sostituendole con altre meno rare e costose e valorizzando anche gli scarti. Non a caso, l’Onu ha proclamato il 2011 “Anno internazionale della chimica”, nell’ambito del decennio dedicato all’educazione allo sviluppo sostenibile.
In virtù di questa evoluzione, oggi la chimica non solo non è più un problema in termini di sostenibilità, ma è un vero e proprio “solution provider”. Ad esempio, per far fronte al riscaldamento globale e alla limitata disponibilità di risorse energetiche, ha sviluppato numerose tecnologie per abbattere il consumo energetico delle abitazioni. Anche il caso dell’automobile è emblematico: c’è tanta chimica nelle vetture di oggi e sempre di più ce ne sarà in quelle del futuro. Pensiamo solo all’auto elettrica: il contributo della chimica allo sviluppo sostenibile è centrale grazie a soluzioni che rendono le auto sempre più sicure ed ecocompatibili. Ad esempio, pneumatici che diminuiscono l’attrito, plastiche più leggere e performanti che permettono un minore consumo di energia o, ancora, additivi per carburanti e vernici all’acqua che riducono le emissioni inquinanti.
Infine, la chimica è protagonista nella sicurezza alimentare e nella lotta alla fame e alla sete nel mondo. Nuove tecnologie e prodotti sempre più avanzati, sicuri e rispettosi dell’ambiente garantiscono i raccolti anche in condizioni avverse e in quantità assai più rilevanti, difendono gli animali dalle malattie, migliorano la conservazione e la qualità dei prodotti alimentari, consentono la depurazione e la distribuzione di acqua potabile.