
Realtà industriale nata nel 1983 come distributore di prodotti chimici generali, cinque anni più tardi NoxorSokem Group – 7,2 milioni di euro di fatturato nel 2024 e 18 dipendenti – è riuscita ad entrare a pieno titolo nel mondo del trattamento delle acque delle cabine di verniciatura, mercato molto importante in particolare nelle provincie di Pordenone e Treviso. Di casa a Cusano di Zoppola, nel pordenonese, la Pmi del Friuli Venezia Giulia nel tempo ha sviluppato riconosciute competenze anche nel settore della sverniciatura, processo delicato di trattamento delle vernici soprattutto dal punto di vista ambientale. Un viaggio industriale che nel 2006 ha infine raggiunto un punto fondamentale con la fusione tra le due anime del Gruppo, Noxor e Sokem, quest’ultima fondata nel 1994 con l’obiettivo di sviluppare adesivi e sigillanti innovativi.
“Le prime esperienze le abbiamo fatte, tra fine anni ‘80 e i primi anni ‘90, con Noxor nel campo della sverniciatura, facendo molta attenzione già allora all’ecosostenibilità dei processi che proponevamo alla clientela – spiega Gianluca Pinna (nella foto in alto), general manager e legale rappresentante del NoxorSokem Group –. Se in precedenza, tolta la vernice dai materiali, veniva eliminata tutta l’acqua usata per contribuire a portare a termine l’operazione, la nostra offerta invece ha previsto la separazione di questa dagli inquinanti generati dal processo. L’acqua diciamo ‘sporca’ viene fatta passare per sacchi dotati di filtri in grado di trattenere gli inquinanti che poi venivano fatti seccare e smaltiti. Il tutto con un tangibile vantaggio per la salute dell’ambiente circostante”.
Nell’ottica di andare a pensare e successivamente produrre cose il più green possibili, il Gruppo ha poi introdotto in commercio altre novità a base d’acqua, capaci di rendere più sostenibili le dinamiche legate alla sverniciatura. “Prodotti esenti da solventi clorurati, insomma, che hanno portato sul mercato un grado di innovazione verde apprezzato dai committenti di zona e non solo. In altre creazioni, invece, non potendo annullarlo completamente, siamo almeno riusciti a ridurre il carico inquinante finale del prodotto”.
Un impegno industriale molto spesso declinato come tailor made, raccogliendo con scrupolo le necessità del committente. “Ci sono aziende che chiedono una particolare attenzione per l’ambiente, come anche altre concentrate su temi legati allo sviluppo del prodotto – chiarisce Pinna –. Cerchiamo di risolvere le problematiche che ci sottopongono, ma, allo stesso tempo, facciamo pure esperienza nei tanti campi in cui siamo chiamati ad operare. Rispetto alle multinazionali possiamo fare fronte pure alle richieste più specifiche, affidando tutto ai nostri tre laboratori per le verifiche di compatibilità di prodotti e materiali. Il primo si dedica abitualmente al trattamento delle acque, mentre gli altri due ai materiali e alla gestione della qualità”.

LA SEDE DI NOXORSOKEM
Potendo contare su un alto livello di fidelizzazione dei dipendenti, alcuni dei quali assunti dal NoxorSokem Group non meno di 20-30 anni fa, la Pmi con quartier generale a Cusano di Zoppola sta continuando a far crescere con le giuste tempistiche i giovani che operano nelle parti tecniche, in particolare nel laboratorio e nell’assistenza. Scelta coerente con i piani aziendali come quella che nel 2006 ha portato alla fusione tra Noxor e Sokem, snodo fondamentale nel programma di sviluppo pensato dai vertici aziendali del neo Gruppo per dare una piattaforma comune alle due divisioni. “Decisione strategica a posteriori azzeccata, che, tra le altre cose, nel 2011 ci ha permesso di resistere senza troppi problemi alla crisi generale potendo fare affidamento sulla solidità patrimoniale complessiva del progetto. Un vantaggio non da poco in un frangente storico in cui parecchie altre realtà industriali hanno fatto una fatica terribile a gestire il momento di estrema difficoltà passato dall’economia italiana e da quella di altri paesi europei”.
Guardando al futuro, infine, NoxorSokem Group ha intenzione di proseguire ad interessarsi soprattutto di progetti attinenti alla tutela dell’ecosistema, ambiti in cui la realtà del pordenonese si spende ormai da tempo. “L’idea è quella di tenere ben fisso il focus su una ricerca continua di materie prime in grado di aiutarci a tutelare l’ambiente nel modo più completo possibile. Vorremmo concentrarci ancor più sulla ricerca di nanotecnologie nel campo del pretrattamento alla verniciatura, sorta di sgrassaggio che viene fatto sulle lamiere prima di verniciarle. Tutte cose sulle quali comunque stiamo lavorando già da alcuni anni, mentre siamo pronti ad occuparci anche di consulenze ambientali per la creazione di impianti ex novo”, conclude Gianluca Pinna.

