
Imparato il mestiere in Belgio e deciso poi di tornare in Italia nonostante si trattasse sostanzialmente di lasciare il sicuro per l’incerto, nel corso degli anni ‘80 Valentino Ottaviani ha finalmente dato concretezza all’idea di un mollificio iniziando a realizzare molle con attrezzature e macchinari di fortuna nel proprio garage e girando per negozi e ferramenta della zona di Monte San Giovanni Campano, in provincia di Frosinone. Così ha iniziato a muovere i primi passi l’ex OMP di Valentino Ottaviani, oggi Mollificio Centro Italia e guidata dal figlio Marco.
Dopo essersi dotata del suo primo vero capannone industriale nel 1998, ha vissuto un’era di grande sviluppo tra il 2000 e il 2005 prima di subirne paradossalmente le conseguenze. “Sì, perché la crescita esponenziale registrata il quel periodo e comprensiva di un netto aumento dei dipendenti fino al raggiungimento di 45 unità, finì per creare non pochi problemi – conferma Marco Ottaviani (nella foto in alto), amministratore unico della Pmi del frusinate –. La formazione all’interno dell’azienda era esclusivamente figlia dell’esperienza maturata sul campo negli anni e invece la struttura aveva bisogno anche di altre competenze per reggere l’urto, pur positivo, dell’incremento della richiesta di molle. Pagate perciò le prime inefficienze produttive, la gestione a più alti livelli, da quel momento in avanti, è diventata difficile”.
Alle complessità dovute al successo della proposta commerciale è stata data risposta con l’ingresso, per l’appunto, della seconda generazione dell’impresa ciociara. “Quando ho preso le redini nel 2007 del Mollificio Centro Italia, il primo ostacolo da affrontare è stato culturale. Passare da una gestione basata sulle consuetudini, dove l’imprenditore, mio padre, era il primo ‘ingranaggio’ a dover funzionare, a un sistema con logiche opposte, nel quale al centro ci sono le persone e l’imprenditore non è più ‘l’ingranaggio’ principale ma è colui che fa sì che, anche in sua assenza, niente si inceppi è stato il lavoro più duro e complicato da fare”.
Ottaviani prosegue: “Ho impiegato circa dieci anni per cambiare mentalità rinnovando l’organizzazione, assegnando responsabilità e deleghe. Siamo così riusciti gradualmente a dare vita ad un cambio di rotta che non era più differibile. Abbiamo iniziato a vedere risultati concreti, che hanno rappresentato linfa vitale per l’azienda, consentendoci di investire su nuove tecnologie all’avanguardia per la produzione di molle, su un laboratorio e strumentazione di controllo. Di conseguenza – sottolinea l’imprenditore – abbiamo ricominciato a farci sentire sul mercato in maniera importante”.

NUOVI IMPIANTI ALL’INTERNO DELLO STABILIMENTO DEL MOLLIFICIO CENTRO ITALIA
Ad oggi il Mollificio Centro Italia, nonostante gli ultimi due anni di calo produttivo generale dell’industria manifatturiera, raggiunge un fatturato pari a 5,5 milioni di euro e conta 55 dipendenti che operano in tre stabilimenti. Questa traiettoria commerciale prosegue in un mondo di nicchia, nel quale a produrre molle di vario tipo e con un campo di applicazione amplissimo non sono in molti. “In Italia siamo pochi, circa un centinaio – spiega Ottaviani – e mentre alcuni sono specializzati solo in molle standard, la maggior parte, noi compresi, le realizziamo su commesse specifiche e particolari”.
La forza commerciale delle molle prodotte dal Mollificio Centro Italia è tornata a livelli soddisfacenti subito dopo la fine della pandemia, quando ha ripreso a contare la competenza invece che i ribassi indiscriminati. “In altre parole, abbiamo visto riprendere valore il modello operativo di noi italiani, capaci di offrire al cliente un referente con cui confrontarsi per ogni necessità – spiega l’amministratore unico dell’azienda con base a Monte San Giovanni Campano –. In pratica i clienti hanno preferito pagare le nostre molle di più rispetto a prima, ma avere sicurezze su qualità e tempi di consegna”.
Un recupero di certezze che ha aiutato la Pmi del frusinate a portare il proprio export diretto all’attuale 40%, mentre il restante 60% delle molle in uscita dallo stabilimento ciociaro viaggia verso realtà italiane che però, nella maggior parte dei casi, le reindirizzano oltreconfine. “Ripeto, le diverse molle che produciamo qui in azienda hanno un’ampia gamma di applicazioni e così, faccio un esempio, le si possono trovare impiegate nel settore motociclistico come nel meccanico, elettromeccanico, automobilistico oppure in quello farmaceutico”.

DETTAGLIO DEL PROCESSO PRODUTTIVO
Nel frattempo, Mollificio Centro Italia continua a ricercare giovani neo diplomati con conoscenze sulla meccatronica da inserire in organico su macchinari specifici, ma i risultati non sono per ora granché incoraggianti. “Da qualche tempo abbiamo avviato un progetto che ogni anno ci porta ad analizzare, lungo tre mesi, competenze e voglia di fare di alcuni ragazzi appena usciti dalla scuola secondaria di secondo grado. Nonostante vengano in azienda i migliori, nel 2024 siamo riusciti ad assumere con un contratto di apprendista soltanto uno di loro, mentre l’anno prima la ricerca era stata addirittura infruttuosa, purtroppo. Di nuovo posso confermare che il principale problema è culturale”.
Guardando al futuro, Ottaviani ha intenzione di concentrare il focus del suo Mollificio sull’apertura di altre sedi, da portare a termine entro i prossimi cinque anni. “Ma non abbiamo assolutamente alcuna voglia di andare via da qui. L’idea è di avviare un percorso di crescita attraverso acquisizioni strategiche in altre aree industriali, magari nel Nord Italia, dove replicare il nostro modello organizzativo creato in questi anni. Da qui la necessità di standardizzare processi ed essere alla costante ricerca di ragazzi da far crescere”, conclude Marco Ottaviani.

