Il polo orafo è uno dei distretti italiani più famosi al mondo. raccoglie ottocento aziende per un totale di 4.200 dipendenti e gli ultimi dati sulle esportazioni del lusso preludono a un grande futuro.
Il made in Italy è fatto soprattutto di eccellenze. Una di queste è il distretto orafo di Valenza, un sistema economico con una tradizione di almeno 150 anni, che crea benessere e sviluppo per tutto il territorio di riferimento.
Tiziano Maino, Presidente Piccola Industria di Confindustria Alessandria, ci ha raccontato questo distretto industriale centenario, i suoi tratti distintivi e le sfide da affrontare.
Cosa rappresenta e come ha saputo rispondere ai cambiamenti imposti dal mercato negli ultimi anni?
Il polo orafo è nelle sue origini, nel suo sviluppo e nelle sue dinamiche, un vero distretto industriale. Nonostante i cambiamenti, che in questi anni sono stati rapidissimi e significativi, qui si trovano ancora competenze diffuse, saper fare diffuso e un know how tecnologico intelligente, che si abbina a una qualità artigianale del prodotto che lo rende unico. La risposta, però, è stata più individuale che di distretto e anche qui abbiamo assistito a quella polarizzazione che ha caratterizzato negli ultimi anni tutta la nostra manifattura.
Ecco, in questo senso, il nostro sforzo principale è proprio di dare anche una risposta di sistema nel sostegno alle imprese.
Quali sono i numeri del cluster e di quali aziende è composto?
Parliamo di circa 800 aziende, un centinaio delle quali sono caratterizzate da imprenditoria femminile, con circa 4.200 dipendenti. Ovviamente negli ultimi cinque anni il numero delle imprese si è ridotto, in maniera abbastanza significativa.
La maggior parte sono ditte artigiane. L’export di gioielleria è la prima voce dell’export provinciale, peraltro negli anni con performance sempre notevoli. Il primo paese di destinazione dei prodotti è la Svizzera, che rappresenta circa la metà dei movimenti per l’estero, ma ovviamente non è la destinazione finale di tutte le merci. Ci sono aziende che vanno sul mercato direttamente col proprio marchio e un numero notevole di imprese che lavorano per brand più noti. A Valenza, inoltre, la diversificazione è molto ampia: chi cerca una qualsiasi lavorazione o un qualsiasi prodotto orafo, di certo qui è in grado di trovarlo.
Come Piccola Industria quali iniziative state mettendo in campo per promuovere il settore e le altre eccellenze della vostra provincia? Su quali temi intendete focalizzare l’attenzione, quali sono le priorità?
Confindustria Alessandria ha presentato un progetto integrato per il settore e l’ha condiviso con il comune di Valenza e con il sindaco Gianluca Barbero. Abbiamo diversi obiettivi: uno, che definirei culturale, è rivolto in particolare alle imprese più piccole e mira a far conoscere le opportunità offerte dai nuovi mercati e dalle nuove tecnologie da applicare alla produzione. L’incontro “Valenza e il suo futuro” che stiamo organizzando, e al quale interverrà anche il Presidente Vincenzo Boccia, rientra in questo piano strategico.
Perseguiamo poi un obiettivo commerciale: le fiere orafe tradizionali sono in difficoltà e, dopo una fase di ascolto degli associati, abbiamo deciso di lavorare per organizzare, nel prossimo futuro, una manifestazione di tipo diverso, che abbini la nostra gioielleria al “bello e ben fatto”.
Infine, portiamo avanti uno sforzo sulla formazione, su cui abbiamo ricevuto una forte richiesta dagli associati del settore. In questa linea di azione si inserisce proprio il Pmi Day – Industriamoci, al quale parteciperemo con le nostre imprese l’11 novembre in occasione della settima giornata nazionale delle pmi.