
Industria 4.0 segna un cambio di passo radicale rispetto alle precedenti azioni di innovazione industriale e produttiva e potrà essere l’occasione per superare il limite della dimensione delle nostre imprese
Confindustria ritiene che la trasformazione digitale secondo il modello di Industria 4.0 rappresenti una sfida cruciale per l’industria italiana.
Si tratta di un intervento di modernizzazione del tessuto industriale che riguarderà contestualmente processi, prodotti e persone grazie all’integrazione di nuove tecnologie innovative nel mondo manifatturiero.
Il modello di smart manufacturing si caratterizzerà per una profonda integrazione e interconnessione delle varie fasi della produzione, delle persone che operano nell’ambiente produttivo, dei beni prodotti fino al consumatore finale grazie all’impiego tecnologie che guardano all’informazione e al “data” come nuovi fattori della produzione.
Industria 4.0 segna, pertanto, un cambio di passo radicale rispetto alle precedenti azioni di innovazione industriale e produttiva. Essa ripensa il ruolo dell’uomo nella fabbrica, attiva nuove modalità di interazione tra uomo e macchina e tra gli stessi macchinari, ma soprattutto mette in rete, attraverso l’ausilio delle tecnologie digitali e di Internet, fasi produttive in una logica non più verticalizzata, ma profondamente integrata e simultanea.
Le nuove tecnologie digitali potranno trovare agile impiego all’interno della singola impresa, nell’ambito di diverse funzioni dall’acquisto/vendita alla logistica, dalla produzione industriale pura alle fasi di ricerca e sviluppo e prototipazione. Esse modificheranno il modo di pensare e ideare un prodotto – tenendo conto dell’intero “ciclo di vita” – di progettare e far funzionare i processi produttivi in fabbrica, nonché di disegnare, organizzare e gestire l’intera attività della supply chain.
Si tratta di un contesto nuovo e sfidante che potrà incidere positivamente sul sistema produttivo italiano, migliorandone l’efficienza – anche ambientale ed energetica – la capacità produttiva, la sicurezza e la continuità operativa. Per le imprese italiane, si tratta di un’opportunità eccezionale di valorizzazione della grande tradizione manifatturiera italiana.
La qualità, la flessibilità e la customizzazione, che già sono caratteristiche del nostro modo di produrre, potrebbero essere ulteriormente rafforzate dall’introduzione delle nuove tecnologie. È un profilo che il Presidente Boccia ha sottolineato in più occasione, spingendoci a comprendere e valorizzare l’importanza di raccogliere la sfida della manifattura 4.0.
Ma come abbiamo ribadito sia nel corso dell’indagine conoscitiva presso la Camera dei deputati e, da ultimo, in occasione della presentazione degli Scenari Industriali del Centro Studi Confindustria lo scorso novembre, Industria 4.0 rappresenta l’occasione per rafforzare la posizione dell’Italia come seconda potenza manifatturiera europea, con una leadership conclamata e riconosciuta non solo nei settori del “made in”, ma soprattutto nella meccanica avanzata.
Una presenza sui mercati europei e mondiali che si è via via rafforzata durante gli anni più aspri della crisi economica, grazie alla capacità di produrre beni tecnologicamente avanzati e in grado di soddisfare i fabbisogni dei diversi settori produttivi.
Questa leadership industriale ci è stata correttamente riconosciuta anche dal governo, che ha previsto misure di forte stimolo agli investimenti innovativi Industria 4.0. L’impegno oggi è quello a integrare sempre più le tecnologie 4.0 all’interno delle produzioni nazionali, non solo per sfruttare al meglio gli incentivi attivati, ma anche per assicurarci un posizionamento sempre più solido in un settore strategico per la crescita dell’industria europea.
Industria 4.0 può e anzi sarà un’opportunità per tutte le pmi di approcciare in maniera più rapida ed efficace logiche produttive di filiera, rafforzando le relazioni nelle catene di fornitura, tra grandi e piccole imprese, in modo da migliorare la nostra capacità di offerta al mercato.
Industria 4.0 potrà essere l’occasione per superare il limite della dimensione delle nostre imprese, se sapremo cogliere l’opportunità di utilizzare sistemi operativi digitali – che dovranno fondarsi su standard aperti – per ridurre le distanze con i nostri competitor e per accedere alle filiere del valore globali e non, consapevoli del nostro valore e della nostra tradizione manifatturiera.
Non vogliamo negare, però, che la sfida davanti sia impegnativa e che sarà necessario un impegno a ogni livello per far sì che si promuova una sempre più pervasiva integrazione delle nuove tecnologie nelle fabbriche. Ogni impresa, di qualsiasi dimensione e a prescindere dal grado di innovatività che la caratterizza, è nelle condizioni di affrontare la trasformazione digitale, partendo da piccoli passi e investimenti proporzionati. Bisogna solo metterle nelle condizioni di farlo e farlo bene.
Il piano del governo è sicuramente una risposta positiva a questa necessità. Perché offre alle imprese, per la prima volta dopo molto tempo, una visione di medio-lungo termine, una politica industriale centrata sulla trasversalità degli interventi e sul coordinamento delle diverse iniziative di policy nazionali. Ma soprattutto è un piano che punta alla condivisione e alla collaborazione inter-istituzionale e tra le istituzioni e le parti sociali, segno di una stagione di ascolto e condivisione che non può che giovare al benessere del paese. È in questa logica che continueremo a lavorare, sia al nostro interno che nei tavoli istituzionali, per far sì che Industria 4.0 diventi la nostra “normalità” e non più una “sfida”.