
Questa che state per leggere è la ricostruzione del percorso di vita di due amici d’infanzia e di una storia aziendale che, pur breve, ha già portato parecchi trofei nella bacheca del Liquorificio Lacinio – 700mila euro di fatturato nel 2024 e nove dipendenti –, dinamica Pmi con quartier generale a Crotone. La traiettoria di un successo a dir poco impronosticabile (in questi termini anche per i protagonisti), che si è concretizzato nell’arco di un paio d’anni, quasi “costringendo” Davide Milone e Michele Sotero (nella foto in alto) a rivedere i propri piani lavorativi per dedicarsi full time alla produzione di quei liquori, in particolari amari, che stanno conquistando sempre più appassionati, per ora soprattutto nel centro-sud d’Italia.
“Trascorsi gli anni della scuola assieme, in seguito ci siamo divisi per conseguire la laurea negli atenei di Bologna e Milano – spiega Sotero, contitolare di Lacinio Liquori –. Quando tornavamo in Calabria, comunque, i nostri pensieri andavano spesso sull’idea di fare qualcosa assieme, progetto da centrare su qualcosa che potesse dare la meritata visibilità alla ricca storia del territorio. E così sono partite le ricerche sulle legende legate alla figura di Milone, atleta e guerriero invincibile figlio dell’antica Kroton, personaggio centrale nel successivo processo di creazione dell’amaro pluripremiato a lui dedicato”.
Partita nel 2020 con non molte certezze e in piena pandemia, la brillante storia alcolica di questa piccola azienda crotonese è passata poi per la ricerca delle erbe e degli altri ingredienti necessari per dare sostanza ai piani dei due assai determinati fondatori del Lacinio Liquori. “Debbo dire che nella mia famiglia si sono sempre fatti liquori, in particolare sulla Sila. Sotto alcol si metteva un po’ di tutto, funghi compresi e mamma si dedicava a centerbe, finocchietto e altro, prodotto esclusivamente in casa. Quindi, quando abbiamo iniziato ad andare in giro, sapevamo bene cosa andare a cercare per preparare quei liquori che, di fatto, in origine sono nati all’interno delle farmacie di un tempo”.
Viaggio nell’ampia e, non di rado, unica botanica soprattutto calabrese che è proseguita per vari mesi, mettendo in luce le sue immense potenzialità nel campo della fattura di liquori. “L’80% delle erbe, spezie e agrumi che utilizziamo proviene da Calabria, Puglia, Basilicata e Sicilia, mentre l’unico ingrediente che siamo obbligati a comprare all’estero è il cardamomo, con spedizioni che arrivano da Asia e Africa – chiarisce Sotero –. Facciamo infusioni seguendo il metodo magnogreco e trattiamo sempre il prodotto a freddo, scelta che conferisce a liquori e amari un profumo più intenso”.
Ora però è arrivato il momento di presentare il catalizzatore delle fortune della giovane realtà quanto vincente Lacinio Liquori. Quell’amaro Milone, declinato in tre versioni, in grado di sorprendere i giudici di mezza Europa con il suo bouquet denso di sensazioni forti e decise. “Un amaro dal gusto antico, senza glutine né caramello e composto da 21 elementi tra radici, bacche, agrumi ed erbe, che prima di essere immesso sul mercato ha necessitato delle valutazioni di un panel di amici e conoscenti che per tredici giorni di fila hanno assaggiato le altrettante versioni presentate loro. E quindi nel 2021 abbiamo lanciato un test fatto di sole 734 bottiglie che sono letteralmente andate a ruba. Infine, l’anno successivo, ci siamo presentati a Londra per i World Liqueur Awards, viaggio fatto sapendo di avere tra le mani sì un ottimo prodotto ma che non pensavamo fosse in grado di sbaragliare la concorrenza in un contest di così alto profilo ed agguerritissimo. Ed invece siamo stati travolti da un successo che ci ha fatto ottenere il premio per il miglior amaro al mondo, il migliore italiano, oltre ad altri quattro riconoscimenti vari”.
“Da lì in avanti – prosegue nel racconto l’imprenditore – è comprensibilmente cambiato un po’ tutto per il nostro liquorificio. Abbiamo dato il via alla commercializzazione anche dell’amaro Milone Nero, quaranta gradi di qualità, e successivamente si è puntato pure sulla versione analcolica, lo Zero, che sta dando risultati altrettanto soddisfacenti”.

LIQUORIFICIO LACINIO – FASE DI IMBOTTIGLIAMENTO

IL NUOVO STABILIMENTO
Iniziata la loro storia commerciale con meno di mille bottiglie prodotte, per questo 2025 i vertici aziendali di Lacinio Liquori si propongono di superare la soglia delle centomila, sfruttando anche la scia positiva che ha portato il marchio crotonese a vincere negli ultimi tre anni altri premi nei concorsi tenuti a Bruxelles, Milano e Francoforte. “Oltre che in Italia, ci stiamo facendo conoscere anche in Francia, Germania, Canada e Svizzera, mentre l’obiettivo principale resta quello di riuscire a sbarcare e radicarci anche negli Stati Uniti – sottolinea Sotero –. La nostra percentuale export al momento è intorno al 15%, ma il nuovo stabilimento di 2mila metri quadri inaugurato nel 2024 ci permetterà di aumentare la capacità produttiva consentendo l’avvicinamento a certi mercati e aiutandoci pure a rielaborare lo sviluppo della rete vendita da Roma verso il nord”.
Oltre agli amari, il Lacinio Liquori ha nel proprio catalogo anche il limoncello, un liquore alla liquirizia ricavato dal solo infuso della radice, gin e grappa, altre strade alcoliche che rendono la proposta della Pmi calabrese ancora più interessante. “Per l’immediato futuro stiamo pensando ad un prodotto con gradazione molto bassa, che in ogni caso non farà parte della linea Milone. Si chiamerà Belpaese e avrà come ingredienti principali finocchietto, liquirizia, bergamotto e alloro. Un’edizione speciale le cui etichette cambieranno ogni mese, mentre altra idea da portare avanti sarà quella legata alla creazione di tre vini aromatizzati, biologici e non trattati”, conclude Michele Sotero.

LIQUORIFICIO LACINIO – SHOWROOM

