
Prima di tornare in Italia per dare vita al progetto vincente targato Goppion Caffè – 20 milioni di euro di fatturato nel 2024 a fronte di 35 dipendenti –, la famiglia Goppion ne ha fatta di strada in giro per il mondo con l’obiettivo di studiare sul posto le diverse qualità da cui provengono i semi tanto amati da gran parte della popolazione mondiale. In nome del caffè e di una vita meno complicata si sono sobbarcati, tra le altre cose, l’impegnativa permanenza in Etiopia terminata la Prima guerra mondiale, esperienze estremamente testanti poi risultate decisive quando nel 1948 si è presentata l’occasione di acquistare una piccola torrefazione nel centro di Treviso. La svolta che i Goppion attendevano per scrivere il proprio futuro.
“La nostra è una storia di sacrifici, coraggio e voglia di apprendere un mestiere, scelte che alla fine hanno pagato ottimi dividendi permettendo sostanzialmente alla famiglia di riunirsi di nuovo qui in Veneto – spiega Paola Goppion (nella foto in alto, con i cugini Mario e Sergio e la nipote Silvia) che nella Pmi ora di base a Preganziol, in provincia di Treviso, svolge il compito di direttrice marketing e comunicazione –. Adesso tocca a noi figli e cugini proseguire a mandare avanti un percorso che ci continua a portare in alcune zone del pianeta in cerca dei migliori semi in commercio”. Uno sforzo per selezionare le più raffinate materie prime che porta Goppion Caffè a sondare il mercato locale in cerca soprattutto di arabica e robusta, due delle varietà di caffè più apprezzate. “Per l’85% compriamo l’arabica in Brasile, Honduras, Guatemala, alle Cayman e, ovviamente, anche in Etiopia, dove il caffè è nato. Il restante è la varietà robusta, che acquistiamo invece solo nella parte sud dell’India dalla quale importiamo qualità diverse”.
Il modo di interpretare la composizione delle varie miscele offerte alla clientela dalla realtà industriale del trevigiano implica una conoscenza profonda delle tante qualità di caffè esistenti. “Il risultato finale è un concerto frutto dell’impiego di più strumenti. Per accontentare tutti i palati e i gusti dei molti che si rivolgono a Goppion Caffè dobbiamo necessariamente studiare bene le proporzioni. All’estero, per esempio, sono abituati a gusti più forti, mentre qui da noi siamo per miscele meno intense per quanto altrettanto ricche di sapore”.

LAVORAZIONE DEL CAFFÈ
Goppion Caffè, che può contare pure su poco meno di una decina di proprie caffetterie sul territorio, fornisce bar da Trieste a Verona e, con un altro marchio, alcuni in Trentino. “Con l’export, quantificabile al momento intorno al 25% attraverso il lavoro di distributori locali, arriviamo invece in 30 paesi tra cui Giappone, Dubai, Israele, Arabia Saudita, Austria, Francia e tutto l’Est europeo. Disponiamo di un catalogo amplissimo, che ci permette di muoverci a largo spettro, mentre curiamo anche le catene della Gdo prevalentemente all’interno delle provincie di Treviso, Padova e Venezia”.
Questi numeri, in grado di certificare il successo ottenuto nel tempo dal brand di Preganziol, non spiegano però gli sforzi dei vertici aziendali e dei dipendenti di Goppion Caffè per fare fronte allo tsunami commerciale generato dal Covid-19. “Sono improvvisamente cambiati gli scenari a seguito della pandemia. Con i bar chiusi è iniziata una pesante agonia dei consumi di caffè, visto che non era più possibile fare la colazionale fuori di casa. A tutto il 2025 possiamo dire che fortunatamente qualcosa si è mosso, pur con estrema difficoltà: conquistati gli ordini di nuovi locali ne abbiamo però persi altri sulla strada, faticando parecchio pure per i fortissimi rialzi del prezzo di un caffè che ora paghiamo due, tre volte di più rispetto al recente passato. In ogni caso sono sicura che pian piano ci risolleveremo”.

CONFEZIONAMENTO DEL PRODOTTO
Diventata Spa nel 1983, Goppion Caffè è ora guidata dalla quarta generazione della famiglia veneta e può vantare un approccio sempre più tecnologico all’opera di conservazione del caffè con l’obiettivo di non far disperdere nulla delle fragranze ottenute dalla macinazione. “Mentre assistiamo ad un certo ritorno dei consumatori al caffè macinato davanti ai loro occhi in negozio, i sistemi odierni di sottovuoto sono assolutamente capaci di non modificare il sapore – sottolinea Goppion –. Mentre nelle lattine gourmet mettiamo un gas inerte che in sostanza va ad occupare lo spazio dell’aria”.
Intanto il culto della tazzina bollente e delle affascinanti fragranze che contiene ha iniziato ad interessare molto anche le giovani generazioni. “Posto che l’età del consumatore medio di caffè è 30 anni, i ragazzi che vengono a visitare l’azienda, come studenti degli istituti alberghieri e professionali di zona, ci chiedono in particolare di sapere cosa stanno bevendo e in che modo lo produciamo. Una voglia di conoscenza specifica che hanno, com’è comprensibile, pure i tanti baristi che partecipano annualmente ai nostri corsi di formazione. Ci interessa infatti arrivare al consumatore con il massimo dell’offerta esperienziale possibile e anche la loro categoria adesso ha bisogno di essere certificata per sapere sempre cosa fare in maniera corretta quando gli viene chiesto di preparare un caffè”, conclude Paola Goppion.

LA SEDE DELL’AZIENDA A PREGANZIOL, IN PROVINCIA DI TREVISO

