Abbattimento dei dazi, liberalizzazione degli appalti pubblici e tutela delle Indicazioni Geografiche: ecco le principali novità delL’intesa di libero scambio Tra Canada e Unione europea
Aprire attraverso gli accordi commerciali alle nostre imprese nuovi mercati è fondamentale per riaffermare il ruolo del commercio quale driver di crescita economica. Lo scenario globale in cui si trovano ad operare oggi le imprese è caratterizzato da una combinazione di fenomeni senza precedenti, che vedono il ruolo del commercio mondiale da un lato indebolito da un rallentamento della sua crescita e, dall’altro, minato da un ricorso sempre più diffuso a misure protezionistiche.
In questo contesto giocheranno un ruolo sempre più strategico le intese bilaterali, che sembrano essere, allo stato attuale, l’unico mezzo di rilancio del commercio internazionale attraverso l’apertura dei mercati.
Il Ceta (Comprehensive economic and trade agreement) rappresenta in tal senso un passo avanti fondamentale: la conclusione dell’accordo e le prospettive della sua entrata in vigore in tempi brevi assumono un significato importante nel momento in cui la politica commerciale necessitava di un nuovo slancio. Si tratta di un traguardo significativo perché apre le porte a uno scenario che riporta il libero commercio al centro degli obiettivi strategici di crescita economica e creazione di occupazione.
Confindustria ha fin dall’inizio sostenuto fortemente l’accordo di libero scambio con il Canada, in considerazione delle grandi opportunità che esso dischiude per la nostra industria e delle prospettive di collaborazione con un grande mercato, quale quello canadese. Siamo un paese straordinariamente vocato all’export, dove l’anno scorso più di 200mila imprese hanno esportato beni per 414 miliardi di euro con un saldo commerciale record di 45 miliardi.
In futuro sempre di più la nostra crescita verrà dalle esportazioni e una maggiore integrazione economica con il Canada – derivante dalle opportunità del Ceta – potrà indubbiamente giocare un ruolo strategico in termini di crescita e sviluppo.
Si tratta di un accordo senza precedenti – il primo di questo tipo siglato tra l’Ue e un paese del G7 – per l’ampiezza del campo di applicazione, per il grado di liberalizzazione prevista nei vari settori e per la “naturale” complementarietà delle parti, fattori che amplificheranno i vantaggi dell’intesa e che fanno del Ceta un possibile “modello di accordo”, suscettibile, quindi, di trasformarsi in un benchmark internazionale.
I capitoli dell’accordo di principale interesse per l’industria italiana riguardano l’eliminazione di barriere tariffarie e non tariffarie, l’apertura del mercato degli appalti pubblici, gli investimenti e la tutela delle Indicazioni Geografiche.
Già a partire dal primo giorno di applicazione dell’accordo, si potrà concretizzare il principale beneficio di immediata fruibilità per le imprese, ossia l’abbattimento/azzeramento dei dazi per le importazioni e le esportazioni con il Canada.
Per quanto riguarda l’export dalla Ue, l’accordo prevede l’azzeramento dei dazi per la quasi totalità dei prodotti a partire da subito, salvo poche eccezioni.
Sebbene il mercato canadese sia, dal punto di vista daziario, già molto aperto, sussistono picchi tariffari per alcuni prodotti di settori di interesse della nostra industria, quali macchinari industriali (dazi fino al 9,5%), tessile-abbigliamento (dazi fino al 18%), calzature (dazi fino al 20%), ceramica (dazi fino all’8%), cosmetica (dazi fino al 6,5%), mobili (dazi fino al 9,5%).
Per quanto riguarda le barriere non tariffarie, il capitolo sugli ostacoli tecnici al commercio contiene disposizioni volte a promuovere la trasparenza e la convergenza regolamentare tra le due aree. Un protocollo ad hoc disciplina il mutuo riconoscimento delle procedure di valutazione di conformità, così da ridurre i costi legati alle certificazioni tecniche, incluse quelle sulla marcatura e l’etichettatura.
Le semplificazioni che ne deriveranno avvantaggeranno soprattutto le nostre piccole e medie imprese, per le quali le certificazioni e gli adempimenti tecnici rappresentano costi che molto spesso compromettono la loro competitività sui mercati internazionali.
L’accordo dischiude, inoltre, importanti opportunità per le nostre imprese relativamente agli appalti pubblici, in particolare per il settore delle infrastrutture.
La liberalizzazione degli appalti pubblici canadesi, sia a livello federale che sub-federale in ambito Ceta, sarà di grande rilevanza anche in considerazione dell’imponente Piano infrastrutturale che il Canada sta realizzando.
Si vuole favorire un maggiore coinvolgimento del settore privato nella fornitura di infrastrutture pubbliche e per la realizzazione di progetti relativi alla costruzione di strade, ponti, metropolitane, ferrovie e altre infrastrutture pubbliche in cooperazione con le autorità locali.
Altro grande potenziale delle nostre relazioni economiche risiede, inoltre, nella promozione degli investimenti bilaterali, capitolo importante del Ceta, così come nel partenariato nei settori più innovativi e nell’alta tecnologia su cui il Canada sta puntando da tempo, quali l’oil&gas e la green economy e in cui la complementarità tra le nostre economie è particolarmente spiccata.