Da lineare a circolare. Il nuovo modello economico punta a conciliare la crescita con la valorizzazione delle risorse. Fondamentale il ruolo delle imprese, chiamate alla sfida dell’innovazione tecnologica.
Da almeno 30 anni la comunità scientifica e, più in generale, l’opinione pubblica hanno posto l’accento sulla necessità di inserire la sostenibilità ambientale tra i grandi temi da gestire all’interno di un sistema di governance globale.
In tale contesto, ha assunto un peso crescente il tema dell’“efficienza delle risorse”, da intendersi come gestione sostenibile di materia ed energia; beni che, in alcuni casi, rappresentano veri e propri asset strategici per l’industria. Anche per questo motivo, Confindustria organizza il prossimo 30 marzo, in collaborazione con la Global Business Coalition (associazione creata nel 2012 tra le organizzazioni imprenditoriali B20, ndr), un workshop internazionale sul tema dell’utilizzo efficiente delle risorse, all’interno di una serie di eventi tematici organizzati dal “Business Summit del G7” – il forum che riunisce gli industriali dei paesi del G7.
Come segnalato dalla Commissione europea, nel corso del XX secolo, il pianeta ha moltiplicato l’utilizzo di combustibili fossili per 12 volte e di 34 volte l’estrazione di materie prime.
Il mondo industriale ha deciso, perciò, di dedicare un momento di approfondimento a tale tematica non solo per salvaguardare l’ambiente in cui viviamo, ma anche per le implicazioni di carattere socio-economico. Come rilevato, tra gli altri, dal Parlamento europeo, l’aumento dell’efficienza delle risorse è fondamentale per garantire la crescita e l’occupazione, attraverso i necessari investimenti in innovazione tecnologica che avranno positivi effetti in termini di produttività, riducendo i costi (anche a carico della collettività) e aumentando di fatto la competitività del tessuto produttivo.
L’inversione di questa tendenza, attraverso sistemi di produzione e consumo improntati alla sostenibilità, costituisce quindi una delle sfide più ambiziose per la comunità internazionale: è necessario che sia i paesi industrializzati che quelli in via di sviluppo abbandonino un sistema economico di tipo “lineare” (produzione – utilizzo – scarto) in favore di un modello di tipo “circolare”, dove si mettano in atto misure per evitare il più possibile la dispersione di risorse durante tutta la catena del valore.
L’economia del futuro deve quindi riuscire a conciliare la necessaria crescita economica con una razionalizzazione nell’impiego delle risorse utilizzate e, da questo punto di vista, l’industria appare come un attore di primo rilievo nella gestione del processo di transizione.
L’industria è infatti il principale driver dell’innovazione tecnologica, essendo direttamente coinvolta nell’intera catena del valore (dall’impiego di materia prime fino al reimpiego dei rifiuti ottenuti da processi di produzione e consumo) ed è quindi il soggetto che meglio può cogliere le opportunità – ma anche i rischi – associati allo sfruttamento delle risorse.
Da ultimo, le imprese saranno le vere protagoniste della rivoluzione digitale che interesserà il paradigma “Industria 4.0”, un processo di sviluppo che potrebbe comportare i benefici in campo ambientale, in termini di innovazione di processo e fornitura dei servizi.
Per mettere le imprese nella condizione di esercitare correttamente tale ruolo da protagonista, occorre, tra gli altri, potenziare la cooperazione tra stakeholder, favorendo lo scambio di best practice e il knowledge-sharing, anche attraverso un maggior coinvolgimenti degli attori istituzionali a livello regionale e multilaterale, quali, ad esempio: agenzie specializzate delle Nazioni Unite, banche di sviluppo e altri attori sistema finanziario.
Il workshop del 30 marzo costituirà quindi l’occasione, per istituzioni e imprese, di confrontarsi su una delle grandi sfide nel nostro tempo, inserendosi nel dibattito avviato ormai da tempo dalle maggiori economie globali.