L’introduzione dei Piani individuali di risparmio apre un nuovo canale di finanziamento alternativo al classico credito bancario. Quali prospettive si aprono in generale per il sistema produttivo del Paese?
La partenza dei Pir rappresenta un importante supporto per il sistema produttivo italiano. La Legge di Bilancio ha introdotto quest’innovazione lo scorso gennaio e da subito si sono manifestati effetti positivi sul mercato azionario italiano grazie a importanti flussi di liquidità che si sono indirizzati soprattutto sul comparto delle mid/small cap: nel primo quadrimestre dell’anno il controvalore degli scambi giornalieri sulle azioni a medio/bassa capitalizzazione italiane è salito a circa 180 milioni di euro dai 115 milioni di euro del secondo semestre del 2016.
Abbiamo previsto in cinque anni una raccolta del sistema sui Pir di 16 miliardi: circa dieci miliardi dal mondo retail e sei dagli istituzionali (per le soluzioni d’investimento con beneficio fiscale destinate a enti previdenziali).
Considerando il successo che stiamo riscontrando, spero che queste stime vengano superate.Parte di questa raccolta confluirebbe in strumenti obbligazionari e azionari delle piccole e medie imprese non appartenenti al Ftse Mib. È ragionevole quindi aspettarsi un miglioramento dei multipli in questo settore grazie ai flussi di acquisto, ma siamo certi che i maggiori benefici si avranno sulla governance.
Le aziende quotate alzeranno la qualità dei processi di governance per attrarre investimenti e molte invece si avvicineranno alla quotazione. Avremo quindi un beneficio in trasparenza e qualità come investitori di piccole e medie imprese. Ma ci aspettiamo anche che questo fenomeno possa indurre nuove società a quotarsi e quindi arricchire il listino italiano.
Come sta reagendo il mercato?
L’impatto sul mercato è stato straordinario. Le società del mondo finanziario si sono prontamente attrezzate per creare strumenti Pir compliant. Quasi ogni giorno arrivano notizie di nuove realtà che presentano prodotti Pir. Nel corso del primo quadrimestre dell’anno sono stati istituiti sul mercato oltre 30 fondi Pir destinati a clientela retail (ed altre iniziative sono in pipeline). Anche sull’altro fronte i risparmiatori stanno dimostrando di apprezzare questa innovazione.
Il Gruppo Intesa Sanpaolo è stato il primo a mettere in commercializzazione i fondi Pir in Italia, registrando da subito un forte interesse da parte degli investitori.
In due mesi sono stati raccolti circa 500 milioni di euro sui fondi Pir compliant per il retail che, insieme alle soluzioni destinate a enti previdenziali, totalizzano una raccolta di circa 800 milioni di euro a fine aprile.
Quali saranno le imprese target e come sono costruiti i portafogli dei fondi?
Noi individuiamo le aziende target sulla base di analisi quantitative e qualitative sui fondamentali delle società. Nella definizione dei > fondi Pir, con profilo di rischio conservativo, moderato e dinamico, abbiamo introdotto elementi di diversificazione internazionale per migliorare il profilo di rischio rendimento atteso dei prodotti.
Sui mercati azionari adottiamo un approccio discrezionale attivo. Il primo livello di selezione si basa su analisi dei fondamentali (EV/Ebitda, P/E, P/B), analisi micro, bottom-up e studi di settore. Inoltre i nostri gestori, che vantano una consolidata e pluriennale esperienza nella gestione sul mercato italiano, partecipano a incontri con le aziende, alla presentazione dei bilanci/risultati e alla vita assembleare delle società in cui investono i fondi. Riteniamo, infatti, che le aziende che si avvalgono di un approccio mirato alla corporate governance siano in grado di generare migliori performance di lungo termine per i propri azionisti.
È possibile fare una stima delle risorse che effettivamente andranno a pmi impegnate in processi di crescita, innovazione e internazionalizzazione?
Relativamente alle sole società del segmento Aim, l’osservatorio Aim Italia stima prudenzialmente in 1,25 miliardi di euro l’impatto dei Pir in cinque anni. La valutazione si basa sull’ipotesi di un incremento del numero di Ipo, ma anche sull’operatività sul mercato secondario mediante nuove emissioni da parte delle società già quotate, con effetti positivi sulla liquidità del titolo.
Oltre ai benefici fiscali legati allo strumento Pir, la detrazione fiscale su investimenti in pmi innovative potrebbe spingere ulteriormente la crescita di tale segmento.
Il successo di questo strumento dipenderà anche dal grado di conoscenza e diffusione sul territorio. State pensando a una campagna di comunicazione ad hoc?
Stiamo lavorando in modo serrato per favorire la diffusione e la conoscenza dei Pir. In ambito Assogestioni sono stati organizzati dei momenti di confronto sia prima sia durante il Salone del Risparmio, per chiarire i punti aperti con le autorità di vigilanza e con i rappresentanti delle istituzioni. In Eurizon il lancio dei fondi Pir compliant è stato accompagnato da un evento di presentazione alla stampa con la partecipazione non solo della banca e dell’ufficio studi, ma anche del Presidente di Piccola Industria Confindustria.
Qual è, invece, l’impegno di Eurizon sul fronte dei fondi pensione?
Eurizon è un riferimento anche nel mondo istituzionale e previdenziale.
Per gli investimenti che usufruiscono di agevolazioni fiscali per fondi pensione e casse di previdenza abbiamo previsto una gamma dedicata che al momento include due fondi azionari italiani con un lungo e consistente track record: Eurizon Azioni Italia e Eurizon Azioni PMI Italia, oltre alla possibilità di aprire mandati dedicati. Stiamo, però, seguendo con interesse anche le richieste del mondo previdenziale per un’estensione degli investimenti agli strumenti Pir.