
L’area mediterranea si conferma una delle aree più importanti per le relazioni commerciali internazionali e, in particolare, per quelle italiane. Le nostre imprese hanno il know how per competere e distinguersi, specialmente nel settore energetico.
La questione dell’area mediterranea racchiude in sé situazioni molto delicate: da una parte, l’instabilità politica e i conseguenti importanti flussi migratori che, a soli sei anni dalle “primavere arabe”, rappresentano oggi una delle principali sfide a livello mondiale; dall’altra, la necessità di mantenere e rilanciare le relazioni politiche e commerciali. Il potenziamento delle relazioni commerciali tra Europa e i paesi Mena (Middle east and North Africa) è oggi più che mai determinante per la stabilità politica dell’area.
In questo ambito l’Italia riveste e potrà ricoprire sempre di più un ruolo fondamentale alla luce della sua posizione geografica al centro del Mediterraneo, di rapporti culturali e di amicizia consolidati nonché delle tante aree di complementarietà e sinergie che il nostro sistema industriale e manifatturiero offre ai paesi dell’area Mena.
Credo che il momento storico che stiamo vivendo richieda un sforzo eccezionale al sistema delle imprese rappresentato da Confindustria per accelerare la collaborazione economica con una logica sempre più di partenariato e investimento, al fine di aiutare a cogliere le tante opportunità offerte dall’area, che sono tuttavia variegate e differenti tra i diversi paesi e settori.
Per aiutare le imprese in questo percorso di vicinanza con l’area Mena, Confindustria ha promosso molti incontri settoriali e missioni imprenditoriali. Solo poche settimane fa, il 30 novembre, si è svolto a Roma il Forum Euro-Mediterraneo, realizzato in collaborazione con BusinessMed, l’Unione delle Confederazioni mediterranee delle imprese di cui Confindustria fa parte.
Si è trattato di un’importante occasione per fare il punto sulla politica economica italiana e le opportunità di business nella regione ed entrare in contatto diretto con circa 200 aziende italiane e straniere, che hanno potuto scambiarsi idee, collaborazioni a livello commerciale, di esportazioni e di investimento.
Il settore energetico è senza dubbio un comparto di grande interesse per tutti i paesi Mena, nel quale l’Italia ha competenze ed eccellenze che possono diventare opportunità di internazionalizzazione. Molti tra i paesi del Nord Africa sono in forte deficit energetico (deficit che è destinato a crescere con l’aumentare della popolazione e del grado di industrializzazione), benché siano territori ricchi di risorse quali gas, petrolio, energia solare ed eolica.
Alcune grandi imprese italiane sono già presenti da molto tempo in alcuni di questi paesi, ma esistono ancora grandi opportunità per tutta la filiera industriale di questo settore ed è forte anche l’esigenza di competenze e know-how che tradizionalmente le aziende italiane mettono a disposizione nel loro fare impresa all’estero con i loro partner stranieri.
L’economia dell’area, nonostante le turbolenze politiche, è in crescita e nei prossimi dieci anni una nuova classe media composta da oltre 250 milioni di persone verrà a formarsi nell’area; le materie prime disponibili e la manodopera specializzata in svariati settori manifatturieri è in aumento: tutto ciò porta i paesi Mena tra i più ambiti partner commerciali dell’Italia, con tassi di crescita positivi e prospettive di partnership incoraggianti.
Pertanto l’Italia, avendo a favore anche la sua prossimità geografica, deve puntare con maggiore decisione a diventare uno dei leader di maggiore forza per l’intera area, a livello commerciale, politico e culturale.
L’Italia oggi può vantare nei confronti di questi paesi un interscambio, al netto dei prodotti energetici, di oltre 49 miliardi di euro, in crescita del 96,9% rispetto ai primi anni del XXI secolo. A questo si aggiunge che il rapporto di import-export dell’Italia con la regione è cresciuto del 64% tra il 2001 e oggi, portandosi a 66,5 miliardi di euro.
L’export Italiano verso i paesi Mena è oggi pari a 41,5 miliardi di euro, registrando elevate quote di mercato: in particolar modo nei comparti della meccanica, dove incide con la quota più alta di tutti i paesi europei (9,5%), nei metalli (5,1%) e nel made in Italy, comprendente i settori agroalimentare, moda, arredamento, materiali da costruzione e gioielleria (4,5%).
Con esplicito riferimento ai paesi dell’area mediterranea, l’export italiano è stato stimato di 17,6 milioni di euro per il periodo che va da gennaio ad agosto 2016; in particolare, nei primi otto mesi del 2016, il volume di esportazioni per singoli paesi è stato pari a un valore superiore a 2,5 milioni di euro in Algeria, con una percentuale del 14,5% sul totale dell’area;
di circa due milioni di euro in Egitto, con percentuale dell’11,3%; di circa 1,9 milioni in Tunisia, con percentuale del 10,7%, e con dati superiori a un milione di euro in Marocco, con relativa percentuale del 6,2%.
Ricordiamo alcuni esempi del lavoro svolto recentemente dall’Area Affari internazionali di Confindustria in ambito Mena.
In Egitto è stata organizzata una missione imprenditoriale di sistema nel febbraio 2015 e, nonostante la delicata situazione politica che il paese sta attraversando, l’Egitto rappresenta un’opportunità dal punto di vista economico. Nel 2015, in occasione della Conferenza di Sharm el Sheikh, è stato lanciato un piano di sviluppo governativo quadriennale che ha permesso alle imprese italiane di concludere accordi per circa 2,5 miliardi di euro. Questo non solo ha portato a un ritorno economico importante per le realtà imprenditoriali italiane, ma ha anche contribuito a sviluppare la stabilità politica territoriale.
Nel maggio del 2015 è stata organizzata una missione imprenditoriale in Tunisia, alla quale hanno partecipato oltre 200 aziende e numerose concrete opportunità di collaborazione sono emerse in particolare nel settore delle energie rinnovabili, in quello dei macchinari per il settore tessile e nell’agri-business. Ulteriori attività per rafforzare la presenza italiana in Tunisia sono previste per il 2017.
È fondamentale, dunque, continuare a creare uno spazio comune di intervento tra i paesi delle due sponde del Mediterraneo, in modo da garantire una migliore rete di collaborazione tra i vari enti e le organizzazioni economiche, e poi implementare progetti volti a rafforzare partnership e cooperazione assicurando tuttavia una continuità nel tempo e costanza nell’azione svolta.
L’obiettivo di Confindustria nel 2017, per quanto riguarda le aziende e le associazioni interessate ai paesi Mena, sarà quello di aiutare, in collaborazione con associazioni quali Assafrica che sono focalizzate su questa regione, a comprendere le opportunità ma anche i rischi offerti da questi paesi al fine di affrontare nel modo migliore possibile percorsi di crescita e coprirsi dai rischi politici ed economici, nonché dare supporto concreto alle imprese italiane nell’accesso a questi mercati attraverso l’organizzazione di missioni che potranno essere di Sistema o focalizzate su specifici settori.