Delegazione Confindustria presso l’Unione europea
Il via libera allo status di paese candidato per l’Ucraina rappresenta un passaggio storico e al contempo un messaggio eloquente alla Russia. Tuttavia, il cambio nei processi di governance, attualmente non in agenda, potrebbe richiedere moltissimo tempo. Intanto l’approvvigionamento del grano e quello energetico restano le questioni più urgenti da risolvere. Sulle modalità i paesi sono divisi
Si è trattato di un vertice di transizione in attesa di decisioni più operative. L’accordo politico sul sesto pacchetto di sanzioni è stato raggiunto inserendo deroghe significative per Ungheria e Germania. Appello alla Russia affinché sblocchi i porti ucraini per far partire le derrate alimentari ed evitare una crisi su larga scala. Nel frattempo, la proposta italiana di porre un tetto al prezzo del gas sarà esaminata dalla Commissione. Prossimo vertice il 23 e 24 giugno
Due giorni – il 24 e il 25 marzo – in cui si è discusso della risposta europea rispetto al conflitto in Ucraina e di come affrontare la crisi energetica. Paesi divisi sulla questione del “price cap”, ma l’inserimento del riferimento nel testo delle Conclusioni potrebbe preludere a una prima Unione dell’Energia. Se ne riparlerà al prossimo Consiglio europeo di maggio
Nell’ambito della presidenza francese del Consiglio dell’Unione europea, il 10 e 11 marzo si sono riuniti i capi di Stato e di governo dell’Unione insieme con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Crisi in Ucraina e questione energetica sono stati i principali temi dibattuti, ma se ne riparlerà al Consiglio europeo del 24 e 25 marzo
Quello che è appena iniziato sarà un anno di elezioni politiche in diversi paesi. Due, in particolare, gli appuntamenti sui quali si concentrano le attenzioni degli osservatori. Ad aprile in Francia il presidente uscente Macron si misurerà con due candidati di estrema destra e una candidata gollista, mentre in Ungheria il voto di primavera rappresenterà il banco di prova per il governo di Viktor Orbán. Nel frattempo resta da capire se e come cambierà la politica europea della Germania
Nell’aggiornamento della Strategia industriale europea vi sono misure per la creazione di filiere interne al continente in settori delicati come l’idrogeno, il cloud e i semiconduttori. Ma la partita più difficile per la presidenza di Macron si giocherà sulle nuove regole di bilancio, dove permangono le posizioni rigoriste dei cosiddetti paesi “frugali”. Determinante sarà l’asse con Berlino
Il dibattito è stato rinviato a marzo. Diversi gli orientamenti in campo, sia sulla questione degli ETS, per i quali un gruppo di paesi ha chiesto a Bruxelles di intervenire, sia sull’inserimento del nucleare e del gas nella tassonomia come fonti per una transizione energetica graduale. Fra gli altri dossier sul tavolo, il tema migrazione con la condanna di qualsiasi strumentalizzazione a fini politici da parte di paesi terzi
SPD, Verdi e Liberali compongono il governo del nuovo Cancelliere Olaf Scholz, che nei prossimi mesi dovrà affrontare diversi banchi di prova, a cominciare dalla revisione del Patto di Stabilità e Crescita e il programma Next Generation EU. In politica estera sembra probabile una scelta di continuità con il passato, seppure con qualche distinguo nelle relazioni con la Russia di Putin
Il vertice che si è tenuto il 21 e 22 ottobre, l’ultimo al quale ha partecipato la cancelliera tedesca Angela Merkel, ha visto emergere divisioni tra gli Stati membri su diversi dossier. In particolare, i paesi sono stretti tra la necessità di dare supporto a famiglie e imprese per contenere l’impatto del rincaro dell’energia e l’esigenza di guardare a misure di medio termine per arrivare all’indipendenza negli approvvigionamenti. E sui migranti le conclusioni finali non segnano alcun passo avanti
Dagli imprenditori italiani e francesi, riuniti la scorsa settimana per il terzo bilaterale, l’impegno a investire per mantenere l’occupazione e la tenuta sociale. Ai governi si chiede di lavorare di più per ripristinare un clima di fiducia. Fondamentale, inoltre, che l’Ue investa nei settori chiave e diminuisca la propria dipendenza tecnologica