I tempi che viviamo sono ricchi di incognite e prendere le decisioni più adeguate per le proprie imprese sta diventando complicato. Alcune competenze, a partire dal pensiero critico e da una maggiore conoscenza delle relazioni internazionali, sono ancora più necessarie e vanno potenziate. Imprescindibile, ormai, coltivare un mindset digitale: la dimensione dell’azienda non giustifica l’inazione
A questo tema è dedicato il convegno internazionale organizzato dalla Fondazione Centesimus Annus pro Pontifice, che si terrà a Roma dal 15 al 17 maggio: tre giorni per discutere di cooperazione economica e sociale, rilancio del multilateralismo e leadership responsabile. Un omaggio nel ricordo di Papa Francesco e, al contempo, il segno di un’attenzione viva verso le comunità, come richiamato dal nuovo pontefice Leone XIV
Negli ultimi anni le variabili che un imprenditore è chiamato a considerare si sono triplicate. La parola rischio è onnipresente, spesso accompagnata da un senso di frustrazione per politiche pubbliche poco attente a sostenere il settore manifatturiero. Per questo bisogna aggiornare il proprio modello operativo, rivedendo obiettivi e priorità – sia nella gestione del tempo che delle energie personali – e stimolando una partecipazione fattiva e convinta da parte dei collaboratori alle nuove strategie
L’ex governatore della Reserve Bank of India giudica pericolosa la tendenza all’isolamento e per affrontare le complesse sfide contemporanee considera importante il ruolo dei mercati emergenti, “che vogliono mantenere un mondo aperto”, e quello del settore privato. L’occasione è stata la consegna del Premio Bancor, ricevuto a Roma dall’Associazione Guido Carli
Va in soffitta la visione ciclica dell’economia, il presente è un continuo “up and down” in contesti perturbati. La difficoltà di fare impresa è acuita oggi da una cronica esiguità del tempo a disposizione. Tempo per capire, riflettere, progettare. Servirebbe una sorta di “contextual intelligence” per facilitare le decisioni. Senza dimenticare che il motore di ogni innovazione sono gli investimenti
La guerra in Ucraina ha aggiunto instabilità a un quadro già complicato dall’aumento dei costi energetici e delle materie prime e l’Italia potrebbe risentirne con un rallentamento dell’attuazione del Pnrr. Più in generale la globalizzazione già da diverso tempo segna il passo a favore di un ripensamento complessivo degli scambi globali. Se ne occupa l’ultimo numero della Rivista di Politica Economica e ne parliamo con il direttore Stefano Manzocchi
È l’interrogativo che si pongono studiosi e non solo. Ad oggi l’integrazione nelle catene globali del valore non sembra aver penalizzato le imprese italiane, che anzi hanno potuto attutire il colpo grazie alla presenza sui mercati internazionali. Il reshoring resta per ora solo un’opzione. Una riflessione tratta dall’ultimo numero della Rivista di Politica Economica “Traiettorie europee, sfide per l’Italia”
L’impatto della globalizzazione non è stato uguale in tutti i paesi europei. Le aree che hanno contratto la cosiddetta “sindrome cinese” hanno visto diminuire la spesa per merci e beni intermedi, ma hanno assistito all’aumento della competizione con conseguenze sui lavoratori e sulle imprese meno efficienti. Cosa deve fare l’Europa? Una riflessione tratta dall’ultimo numero della Rivista di Politica Economica
Il paradigma economico che ha dominato questi anni mostrava già alcune discontinuità, fra backshoring e diminuzione degli investimenti diretti esteri. Beninteso, l’integrazione dei mercati resterà alta, ma la necessità di ricostruire un’offerta nazionale in ambiti strategici è uno dei lasciti maggiori della pandemia