La pandemia ha innescato un drastico cambiamento a favore del lavoro a distanza, che incoraggia l’autonomia e la responsabilità. È fondamentale, però, aiutare le persone a gestire i nuovi tempi e spazi di lavoro. Bene il potenziamento delle competenze informatiche, ma non basta. Occorre mantenere la socialità, anche se virtuale
L’uso prolungato di questa modalità può diminuire il senso di appartenenza all’organizzazione, a causa di un livello di attenzione inferiore rispetto agli incontri in presenza e a un minore scambio di informazioni. Alcuni suggerimenti per invertire la rotta senza incorrere nella over-communication
Lo smart working richiede il passaggio da una cultura focalizzata sul controllo a una cultura orientata ai risultati, ma non solo. Dal punto di vista gestionale torna di attualità il tema della digitalizzazione per massimizzare l’uso degli asset produttivi e recuperare il terreno perso a causa della pandemia
Condividere le informazioni, dare continui riscontri sull’avanzamento dei progetti. Un’azienda lavora meglio se processi e obiettivi sono chiari e con la diffusione dello smart working occorre maggiore impegno sul fronte della condivisione interna. Ne parliamo con Filippo Poletti, giornalista, comunicatore d’azienda e autore di “Tempo di IoP – Intranet of People”
La seconda indagine conoscitiva di Piccola Industria segnala il deteriorarsi dello stato delle imprese, in particolare nel turismo e in edilizia, e il massiccio ricorso alla cassa integrazione. Positivo l’uso dello smart working. Il presidente Bongiovanni: “Interventi del governo inadeguati”