Martedì 21 ottobre si è tenuta la cerimonia di premiazione delle 13 vincitrici delle borse di studio di “Women in STEM” promosso dalla Fondazione Mai di Confindustria. Il progetto, alla sua terza edizione, è stato realizzato in collaborazione con Assolombarda – STEAMiamoci, Fondazione Bracco e Space Work, con il supporto del Gruppo Chiesi e di Fondimpresa, e il contributo liberale di Enel Italia.
L’iniziativa, nata per sostenere il talento femminile nei percorsi tecnico-scientifici, ha registrato quest’anno un record di partecipazione: 172 candidature da tutta Italia, a conferma dell’interesse crescente verso le discipline STEM. Le tredici vincitrici, iscritte al primo anno di laurea magistrale, hanno ricevuto una borsa di studio di 3.000 euro e l’opportunità di prendere parte a un programma di mentoring con ricercatrici e professioniste del settore. Un progetto che opera su tre leve fondamentali: sostegno economico, orientamento mirato e creazione di reti tra università e impresa.
Obiettivi chiari: valorizzare il merito, ridurre l’abbandono dei percorsi scientifici e promuovere l’occupabilità femminile in settori chiave per la competitività del Paese.
“Valorizzare il talento delle giovani significa costruire una società più equa, più innovativa e più capace di affrontare le sfide del domani” ha affermato Diana Bracco, Presidente della Fondazione Mai di Confindustria.
Secondo i dati diffusi nel corso della cerimonia, il progetto ha raccolto in tre edizioni oltre 400 candidature complessive e assegnato 29 borse di studio.
Il contesto resta complesso: le imprese italiane faticano a trovare profili con competenze tecnico-scientifiche — quasi un milione di posizioni restano scoperte. Eppure, la presenza femminile in questi ambiti rimane limitata. Secondo il Rapporto AlmaLaurea 2025, le donne rappresentano il 59,9% dei laureati complessivi, ma solo il 41,1% nelle discipline STEM — una quota sostanzialmente stabile nell’ultimo decennio.
Guardando al Global Gender Gap Report 2025 del World Economic Forum, l’Italia è scesa di posizione, collocandosi all’85° posto su 148 Paesi.
Numeri che raccontano un divario ancora netto, ma anche una sfida strategica per il futuro.
È necessario far crescere le competenze STEM a partire dalle scuole primarie, creando un ambiente favorevole perché le ragazze possano scegliere e restare in questi percorsi.
“Più presenza femminile nelle STEM non è solo una questione di equità, ma di performance del sistema. Significa dare energia a un ecosistema di ricerca, sviluppo e innovazione in cui le alleanze pubblico-private fanno la differenza sulle grandi sfide del futuro” ha sotto Francesco De Santis, Vice Presidente per la Ricerca e lo Sviluppo di Confindustria.
Per le imprese è sempre più importante avere nuove competenze e assumere risorse giovani e qualificate, con skill in linea con l’evoluzione delle attività e con solide basi. Figure che siano in grado di favorire l’innovazione e i cambiamenti migliorativi.
“In un mercato del lavoro in continua evoluzione e che richiede un aggiornamento costante delle competenze, è imprescindibile che le laureate in materie STEM proseguano la propria formazione lungo tutto l’arco della vita. Per sostenere tale necessità, Fondimpresa offre al sistema produttivo italiano un’ampia gamma di strumenti di finanziamento della formazione continua, quale, a esempio, l’Avviso sull’Innovazione Tecnologica e Digitale” ha affermato Mario Moioli, Responsabile Area Relazioni Esterne Fondimpresa.
Valorizzare il talento femminile significa costruire una società più innovativa e capace di affrontare le sfide del domani. Dietro ogni ragazza che sceglie la scienza c’è una società che crede nel suo talento.
Women in STEM è, quindi, molto più di un bando. È un laboratorio di futuro, che unisce mondo accademico e imprenditoriale per colmare il divario di genere e favorire una crescita sostenibile e inclusiva. Perché, oggi più che mai, l’innovazione non è un evento straordinario ma la normalità del lavoro nelle imprese italiane.


